CAPUA Riceviamo e volentieri pubblichiamo la precisazione di Teresa Mimina Izzo Amministratore della casa di cura Villa Ortensia in merito alla vasta operazione contro lo spaccio di stupefacenti, condotta ieri dai carabinieri.
“La Direzione della Casa di Cura Villa Ortensia, con il presente comunicato, intende precisare quanto segue: atteso che in data 18 Aprile 2013 la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere diramava un comunicato stampa nel quale si relazionava in merito ad un bliz operato ai danni di un gruppo di cittadini casertani per l’ipotesi di reato di spaccio di stupefacenti. Atteso che taluni dei detti soggetti, raggiunti da misura cautelare, prestavano servizio alle dipendenze di una società che aveva svolto lavori presso la struttura sanitaria “Villa Ortensia” . Si afferma l’assolta estraneità della Casa di Cura “Villa Ortensia” dai fatti innanzi narrati. Si chiede pertanto, il rispetto del buon nome della casa di cura e dei 40 dipendenti che ivi lavorano. Si chiede altresì, di omettere il nome della casa di cura sia nei titoli di giornale che nel corpo degli articoli. E’ lapalissiano, infatti, che la circostanza relativa al luogo di svolgimento dell’attività lavorativa degli indagati sia irrilevante e non fornisca alcun dettaglio di interesse pubblico. Vi è di più! La struttura sanitaria non è stata oggetto di alcuna attività di indagine, e giammai, destinataria di un provvedimento di perquisizione! La citazione della struttura apparrebbe sconveniente e fortemente lesivo della dignità, del decoro e della reputazione di quanti concorrono, quotidianamente, al corretto andamento della stessa da sempre dedita all’accoglienza e al ricovero di persone affette da malattie croniche. Nel pieno rispetto del diritto alla cronaca e soprattutto nel pieno rispetto della verità, la Direzione Insiste nel sottolineare la propria estraneità ai fatti reati nonchè Insiste nel chiedere agli organi di stampa di evitare ogni esplicita menzione alla casa di cura. In verità se, di regola, è sottile la demarcazione fra il diritto alla cronaca e il diritto di critica, nel caso di specie, la stessa appare netta ed inamovibile: sottolineare che uno degli arrestati avesse lavorato presso la casa di cura sarebbe superfluo ed inadeguato, ipotizzare, addirittura, che Villa Ortensia fosse il teatro di continui traffici di stupefacenti tradirebbe la volontà di screditare, ledere, offendere e non certo di informare”.