Degenera in scontri con la polizia la contromanifestazione al G7 della Difesa in corso a Napoli. Il corteo di attivisti, studenti, collettivi e centri sociali ha improvvisamente deviato dal percorso autorizzato dalla questura e ha provato a sfondare il cordone di sicurezza organizzato in via Toledo ma è stato respinto dalla polizia. Il corteo doveva chiudersi in piazza Bovio molto lontano da Palazzo Reale dove si tiene il summit. Un gruppo ha deviato all’improvviso all’altezza della sede centrale dell’università Federico II per via Mezzocannone inseguito dagli agenti. Il blitz dei manifestanti è riuscito. In mille circa hanno attraversato via Benedetto Croce, il cuore del centro storico di Napoli, pieno zeppo di turisti, al grido: “Non esistono zone rosse. Riprendiamoci le nostre strade. Infrangiamo tutti i divieti”. Da qui il corteo è giunto in piazza Carità deciso a rompere il cordone delle forze dell’ordine e arrivare il più vicino possibile a Palazzo Reale dove era ancora in corso il G7 della Difesa. Circa 1.000 persone si sono riunite dietro grandi scudi in plexiglas con su scritto “No war” usati come arieti. Così hanno provato ad aprire un varco i tra gli agenti in tenuta antisommossa che bloccavano l’accesso all’area pedonale di via Toledo. Sotto una pioggia battente è iniziato lo scontro. I manifestanti hanno acceso fumogeni poi dalla pancia del corteo sono stati lanciati sampietrini verso le forze dell’ordine. La polizia ha respinto il gruppo a manganellate. Quindi il ricorso ai lacrimogeni che ha reso l’aria irrespirabile e scatenato il fuggi fuggi delle numerose persone in strada.
Gli scontri sono durati pochi minuti. Il tutto in una città letteralmente blindata con la zona di piazza del Plebiscito off limits. Grandi i disagi durante tutto il giorno per cittadini e turisti. Dopo i tafferugli con le forze dell’ordine, i manifestanti si sono diretti nuovamente verso il centro antico, in piazza del Gesù Nuovo, lontani dalla zona interdetta e qui la protesta è conclusa. E qui i protagonisti della contromanifestazione hanno rivendicato il successo dell’iniziativa: “Più di 2000 persone – sostengono in una dichiarazione – in piazza a Napoli hanno violato il dispositivo di sicurezza imposto dalla questura per dire chiaramente che il G7 della guerra non è il benvenuto. Una moltitudine determinata che con chiarezza ha detto che Napoli ripudia la guerra, il genocidio del popolo palestinese: Crosetto e i ministri del G7 a Napoli non passeranno. Le vostre guerre le ricacciamo indietro”.
La ricostruzione della giornata
In serata fonti della questura ricostruiscono così la difficile giornata sul fronte dell’ordine pubblico. “Alle 15 circa un migliaio di manifestanti dei comitati antagonisti del G7 difesa – fanno sapere da via Medina – è partito questa piazza Garibaldi e si è radunato in corteo cercando di raggiungere piazza del Plebiscito”. E dopo aver ricordato la decisione presa nei giorni scorsi di autorizzare la manifestazione fino piazza Bovio, la questura sottolinea che “nonostante le prescrizioni il corteo, giunto in corso Umberto all’intersezione con via Mezzocannone, ha deviato il percorso nel tentativo di raggiungere la sede del vertice in corso al Palazzo Reale. I manifestanti hanno attraversato piazza San Domenico Maggiore, per poi imboccare via Benedetto Croce e girare su via Toledo fino a raggiungere piazza Carità”. Ma il sistema di sbarramento della polizia è stato subito cambiato “al fine di precludere i vari accessi alle aree di rispetto e di massima sicurezza che, difatti, non sono state violate. Nello specifico, in piazza Carità, ad intersezione con via Toledo i manifestanti hanno tentato di forzare il blocco predisposto dalle forze dell’ordine dove sono stati quindi respinti”. Tre agenti sarebbero stati refertati per le contusioni riportate.
Le misure di sicurezza
Napoli fin da ieri è blindata. Intorno a piazza del Plebiscito è stata istituita una maxi zona rossa. Inavvicinabile Palazzo Reale che ospita il G7 dei ministri della Difesa. Il corteo è partito nel primo pomeriggio da piazza Garibaldi al grido “Palestina libera, Intifada”. Per ragioni di sicurezza sono state chiuse le fermate della Linea 1 della metropolitana Municipio e Università. In testa al corteo, lungo il percorso autorizzato, c’era padre Alex Zanotelli.
Degenera in scontri con la polizia la contromanifestazione al G7 della Difesa in corso a Napoli. Il corteo di attivisti, studenti, collettivi e centri sociali ha improvvisamente deviato dal percorso autorizzato dalla questura e ha provato a sfondare il cordone di sicurezza organizzato in via Toledo ma è stato respinto dalla polizia.
Il corteo doveva chiudersi in piazza Bovio molto lontano da Palazzo Reale dove si tiene il summit. Un gruppo ha deviato all’improvviso all’altezza della sede centrale dell’università Federico II per via Mezzocannone inseguito dagli agenti. Il blitz dei manifestanti è riuscito. In mille circa hanno attraversato via Benedetto Croce, il cuore del centro storico di Napoli, pieno zeppo di turisti, al grido: “Non esistono zone rosse. Riprendiamoci le nostre strade. Infrangiamo tutti i divieti”. Da qui il corteo è giunto in piazza Carità deciso a rompere il cordone delle forze dell’ordine e arrivare il più vicino possibile a Palazzo Reale dove era ancora in corso il G7 della Difesa. Circa 1.000 persone si sono riunite dietro grandi scudi in plexiglas con su scritto “No war” usati come arieti. Così hanno provato ad aprire un varco i tra gli agenti in tenuta antisommossa che bloccavano l’accesso all’area pedonale di via Toledo. Sotto una pioggia battente è iniziato lo scontro. I manifestanti hanno acceso fumogeni poi dalla pancia del corteo sono stati lanciati sampietrini verso le forze dell’ordine. La polizia ha respinto il gruppo a manganellate. Quindi il ricorso ai lacrimogeni che ha reso l’aria irrespirabile e scatenato il fuggi fuggi delle numerose persone in strada.
Gli scontri sono durati pochi minuti. Il tutto in una città letteralmente blindata con la zona di piazza del Plebiscito off limits. Grandi i disagi durante tutto il giorno per cittadini e turisti. Dopo i tafferugli con le forze dell’ordine, i manifestanti si sono diretti nuovamente verso il centro antico, in piazza del Gesù Nuovo, lontani dalla zona interdetta e qui la protesta è conclusa. E qui i protagonisti della contromanifestazione hanno rivendicato il successo dell’iniziativa: “Più di 2000 persone – sostengono in una dichiarazione – in piazza a Napoli hanno violato il dispositivo di sicurezza imposto dalla questura per dire chiaramente che il G7 della guerra non è il benvenuto. Una moltitudine determinata che con chiarezza ha detto che Napoli ripudia la guerra, il genocidio del popolo palestinese: Crosetto e i ministri del G7 a Napoli non passeranno. Le vostre guerre le ricacciamo indietro”.
La ricostruzione della giornata
In serata fonti della questura ricostruiscono così la difficile giornata sul fronte dell’ordine pubblico. “Alle 15 circa un migliaio di manifestanti dei comitati antagonisti del G7 difesa – fanno sapere da via Medina – è partito questa piazza Garibaldi e si è radunato in corteo cercando di raggiungere piazza del Plebiscito”. E dopo aver ricordato la decisione presa nei giorni scorsi di autorizzare la manifestazione fino piazza Bovio, la questura sottolinea che “nonostante le prescrizioni il corteo, giunto in corso Umberto all’intersezione con via Mezzocannone, ha deviato il percorso nel tentativo di raggiungere la sede del vertice in corso al Palazzo Reale. I manifestanti hanno attraversato piazza San Domenico Maggiore, per poi imboccare via Benedetto Croce e girare su via Toledo fino a raggiungere piazza Carità”. Ma il sistema di sbarramento della polizia è stato subito cambiato “al fine di precludere i vari accessi alle aree di rispetto e di massima sicurezza che, difatti, non sono state violate. Nello specifico, in piazza Carità, ad intersezione con via Toledo i manifestanti hanno tentato di forzare il blocco predisposto dalle forze dell’ordine dove sono stati quindi respinti”. Tre agenti sarebbero stati refertati per le contusioni riportate.
Le misure di sicurezza
Napoli fin da ieri è blindata. Intorno a piazza del Plebiscito è stata istituita una maxi zona rossa. Inavvicinabile Palazzo Reale che ospita il G7 dei ministri della Difesa. Il corteo è partito nel primo pomeriggio da piazza Garibaldi al grido “Palestina libera, Intifada”. Per ragioni di sicurezza sono state chiuse le fermate della Linea 1 della metropolitana Municipio e Università. In testa al corteo, lungo il percorso autorizzato, c’era padre Alex Zanotelli.
Il corteo
Sul furgone che apre la manifestazione è stato sistemato un piccolo carro armato verde di cartapesta con le scritte “No war” e “ stop genocide”. I manifestanti, tra loro molti giovani studenti, procedono dietro un lungo striscione su cui si legge: “Contro le vostre guerre. Palestina libera. No G7. No ddl 1660”. A sfilare anche una installazione con la forma di un missile su cui sono state disegnati il pronto soccorso di un ospedale, scuolabus e ambulanze, il Vesuvio, una spiaggia e l’ingresso del teatro San Carlo. Il missile è ricoperto di facsimili di soldi. “No alla guerra, no al genocidio, no al G7” gridano i manifestanti.
Prima tappa in corso Umberto davanti al palazzo che ospita la sede di Fratelli d’Italia: qui alcuni ragazzi hanno scritto sulla strada con vernice bianca: “A pieno regime. No DDL 1660”. Dal corteo cori e insulti contro la premier Giorgia Meloni. Inaccessibile l’ingresso al palazzo difeso da camionette della Guardia di finanza e dalla polizia in assetto antisommossa.
[[(gele.Finegil.Image2014v1) Napoli blindata per il G7, al via il corteo degli attivisti: chiuse 2 stazioni della metropolitana_Screenshot_20241019-150646_WhatsApp]]
L’arcivescovo Domenico Battaglia, intanto, ha rivolto un appello di pace ai ministri riuniti a Napoli: “Nel solco dei tanti appelli di Papa Francesco, anche io oggi, vi supplico in nome del popolo della pace, più numeroso di quello che sembra, e vi dico con umiltà: ministri della Difesa, l’unico modo di difendere i vostri popoli e di servire la giustizia è difendere la pace ad ogni costo, senza se e senza ma. Che lo spirito di pace possa illuminarvi e convertirci tutti”. Prosegue: “Signori ministri vi auguro di essere sempre più a servizio dei popoli e di chi, tra la vostra gente, rischia di essere ancor più messo ai margini da un’economia di guerra che produce morte e semina vittime non solo nei territori dei conflitti. Vi auguro – va avanti – di essere servi della ragione e di evitare con tutti gli sforzi possibili la pazzia delle spese militari e della guerra”.
Il percorso
Per decisione della questura il corteo a cui hanno aderito molte sigle doveva fermarsi in piazza Bovio. Obbligo contestato dai promotori del corteo: “Questa manifestazione nasce da un appello che sottolinea la nostra indignazione contro l’escalation bellica in Palestina e l’allargamento del conflitto a livello regionale. Vogliamo portare al G7 la protesta con una larga partecipazione democratica” ha detto Chiara Capretti della Rete Napoli contro la Guerra, che spiega anche che per il corteo previsto per le vie della città “ci è arrivata una prescrizione che a mio avviso è una provocazione da parte della gestione attuale del governo Meloni che nei fatti impedisce lo svolgimento della protesta”. Nella prescrizione era stato notificato divieto raggiungere piazza Plebiscito, dove a Palazzo reale è in corso il summit del G7 della Difesa che si conclude domenica, ma e l’obbligo di fermarsi in piazza Bovio. “Non c’è spazio – spiega Capretti – per i manifestanti che vogliono dire no alla guerra ma noi questo divieto lo rigettiamo. Partiamo da Piazza Garibaldi in corteo e vogliamo arrivare verso Palazzo Reale, questo è il messaggio che diamo al governo Meloni e che vale non solo”.
Nella lettera è evidenziato che ‘l’eventuale spostamento dei manifestanti verso Palazzo Reale può determinare gravi turbative all’ordine, alla sicurezza pubblica e rischi per l’incolumità dei partecipanti. “Noi non annunciamo nessuna forzatura – ha aggiunto Davide Dioguardi – ma la determinazione di arrivare fino a dove si tiene questo summit del G7. Noi proveremo ad arrivare a Palazzo Reale e crediamo che i comitati, le associazioni, i centri sociali, le realtà di base dei sindacati abbiano diritto di denunciare lo stato di guerra in cui ci muoviamo”.
Il ministro
“Oggi a Napoli ancora una volta una manifestazione per i temi della pace diventa teatro di violenza e scontri, con comportamenti che nulla hanno a che fare con la libera espressione del pensiero. Ancora una volta gli operatori delle forze dell’ordine, aggrediti e offesi, hanno saputo garantire la tenuta dell’ordine pubblico con l’equilibrio e la competenza che da sempre li contraddistinguono nel quotidiano e straordinario impegno nelle piazze delle città, a tutela di tutti” ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi commentando gli incidenti avvenuti a Napoli.