La situazione amministrativa è un disastro. Dopo l’incarico non gradito di responsabile del settore finanziario, conferitogli dal sindaco Antonino Santillo, il segretario comunale Carlo Della Peruta si è messo in ferie. Imminenti le sue dimissioni. Ancora assente, per giustificati motivi, l’ormai ex funzionaria Maria Marsilio, che dopo il caso della mancata riscossione dell’Imu per l’anno 2018, pari a circa 800mila euro, con annesso blitz al municipio della Guardia di Finanza, ha comunicato per iscritto la rinuncia all’incarico di responsabile di un settore divenuto rovente. A giorni arriverà a scavalco una “impavida” funzionaria del comune di Cancello Arnone che dovrà far tornare i conti in vista dell’approvazione in assise del consuntivo da approvare entro il 18 dicembre, altrimenti tutti a casa. Nel frattempo, l’area Lavori pubblici non è più nelle mani del geometra Mascolo. È stata affidata a Vito Buonomo, già a capo del settore Urbanistica, assunto tramite ex articolo 110 del Tuel, in servizio effettivo a Sant’Arpino. Insomma, la nuvoletta di Fantozzi non si sposta più dal tetto del comune di Orta di Atella.
Peggio ancora il quadro politico. A due mesi dalla crisi, aperta da undici consiglieri durante il civico consesso del 17 settembre, la grande confederazione, composta da Prospettiva Futura per Orta, Svolta Civica e Fare Democratico per Orta Verde e dall’indipendente Ciro Palladino, non ha ancora trovato l’accordo sulla nuova giunta. Per capirci, chi ha chiesto di formare un nuovo esecutivo, dopo due mesi da quella richiesta, continua a discutere, o meglio a scontrarsi, sui nomi dei nuovi assessori. Ci viene in mente la scena di “Non ci resta che piangere”, quando Massimo Troisi chiede alla ragazza: “Vuoi uscire con me?”. Lei risponde: “Sì”. E lui ribatte: “E perché?”. Ecco, Santillo ha chiesto alla confederazione degli undici di indicare i nomi dei nuovi esponenti dell’esecutivo e come risposta ha avuto: “E perché?”. Alla fine quello che ne esce rafforzato è proprio il sindaco. Era spalle al muro. Ora è a centro ring con undici consiglieri alle corde. C’è davvero solo da piangere. Dopo il “no” di Orta al Centro di cedere uno dei due posti in giunta (“o due o nessuno”, ha risposto risoluto l’ex fascia tricolore Andrea Villano) la grande alleanza, che pensava di avere a disposizione soltanto una poltrona, pur avendo due posti liberi, non ha trovato la quadratura del cerchio. “Non so dire se il riso o la pietà prevale”, direbbe il poeta.
La nave degli undici si è incagliata sullo scoglio della quota rosa. L’accordo prevedeva la riconferma di Tonino Russo, Pasquale Pellino e Annalisa Cinquegrana, quest’ultima caldeggiata da Santillo e dal cognato Gianfranco Piccirillo, e l’ingresso di due new entry. Una in quota Svolta Civica, che ha puntato su Eduardo Indaco, l’altra griffata Fare Democratico per Orta Verde, il prescelto è Ferdinando D’Ambrosio. Due nomi per due posti. Qual è il problema? Il colore. Bisogna rispettare le quote rosa. Uno dei due assessorati deve andare a una donna. Per aggirare l’ostacolo la confederazione degli undici le ha provate tutte. Ha chiesto anche la carta di identità a Indaco e D’Ambrosio per accertarsi se all’anagrafe fossero davvero maschi. Sembrerebbe di sì, ma sono ancora in corso accertamenti più approfonditi.
Qualcuno ha proposto un controllo corporale sui due facendo ricorso a un urologo esperto. Proposta prontamente rigettata ai mittenti da Indaco e D’Ambrosio: “No, il guanto azzurro no!”. “Tranquilli, quello usa la cremina”, la risposta rassicurante. Niente, per ora sia Indaco che D’Ambrosio restano sulle loro posizioni. All’impiedi. Non vogliono stendersi sul lettino a gambe divaricate. Quelli di Svolta Civica sostengono che spetta a loro l’indicazione del maschio perché contano su tre consiglieri. Quelli di Fare Democratico per Orta Verde la pensano diversamente: “Il nostro gruppo consiliare, composto da due consiglieri, è quello uscito dalle urne, non abbiamo creato nuovi gruppi ad hoc”. Tra i due litiganti non solo il terzo gode, ma anche il quarto. Santillo è felicissimo. Non ha mai voluto cambiare la giunta. L’ex sindaco Villano è al settimo cielo. Ha tenuto duro e i fatti finora gli hanno dato ragione. Ha salvato, almeno per adesso, gli assessori Andrea Villano e Florentia Lamberti.
Una riflessione da frequentatore dell’asilo della politica: quando si apre una crisi non bisogna avere già pronta e bella confezionata la soluzione alternativa? Quando si aprono crisi al buio si sa quando cominciano ma non si sa quando finiscono. Si sa come cominciano ma non si sa come finiscono. In questo caso non c’entra la nuvoletta di Fantozzi. Siamo al cospetto di irriducibili Tafazzi della politica. Come diceva Nanni Moretti: “Continuiamo così, facciamoci del male”.
Mario De Michele