Per contrastare l’avanzata della Russia in Ucraina, il presidente Usa Joe Biden sta prendendo in considerazione due nuove contromisure: punire la Cina per aver fornito tecnologia chiave a Mosca e revocare i limiti all’uso da parte dell’Ucraina delle armi “a corto raggio” statunitensi per attaccare all’interno della Russia. Lo sostiene il Washington Post. Il fatto che tali iniziative vengano ora prese in considerazione dimostra la crescente preoccupazione dell’amministrazione Usa per la vulnerabilità dell’Ucraina sul campo di battaglia. Il governo polacco non limita l’uso delle armi fornite all’Ucraina, che possono essere utilizzate per attaccare strutture sul territorio russo: lo ha dichiarato il vice ministro della Difesa Cezary Tomczyk alla trasmissione Radio Zet, come riporta Tass. “Non ci sono restrizioni sulle armi polacche fornite all’Ucraina”, ha detto. La Svezia ha annunciato aiuti militari per 1,16 miliardi di euro all’Ucraina: lo ha reso noto il governo. “Come sapete, abbiamo partecipato attivamente a ciascuno dei precedenti vertici di pace ucraini. Il governo degli Stati Uniti vi partecipa. E saremo rappresentati al prossimo vertice” che si terrà in Svizzera il 15 e 16 giugno, ha dichiarato l’addetta stampa della Casa Bianca Karin Jean-Pierre, spiegando di non avere informazioni specifiche sulla partecipazione del presidente Joe Biden al vertice di pace. “È importante per noi continuare a garantire che l’Ucraina abbia tutte le capacità per difendersi, per garantire una pace giusta e duratura”, ha aggiunto. Intanto 50 Paesi hanno confermato la partecipazione al vertice. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha annunciato il ripristino di una zona cuscinetto al confine con la Bielorussia. Lo ha detto in una conferenza stampa a Dubiche Tserkevna, vicino al confine con la Bielorussia, come rifderisce Onet . Secondo il premier polacco si prevede di ripristinare una zona cuscinetto su una fascia larga circa 200 metri dal confine di stato. Tusk ha annunciato l’utilizzo di “tutte le risorse necessarie” per proteggere il confine. A un incontro con alcuni dei principali finanziatori statunitensi della campagna elettorale, in un lussuoso hotel di New York, Donald Trump ha detto esplicitamente che se fosse stato presidente lui “avrebbe bombardato Mosca e Pechino se la Russia avesse invaso l’Ucraina o la Cina avesse invaso Taiwan”, suscitando molta sorpresa nei suoi interlocutori. Lo riferisce il Washington Post.

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