L’Ucraina riceverà “una degna risposta” per la sua invasione del territorio russo. Vladimir Putin lascia trasparire tutta la sua ira in una nuova riunione di responsabili delle forze armate e della sicurezza al settimo giorno della battaglia di Kursk. Primo obiettivo nel conflitto è ora quello di “espellere” le forze di Kiev dal territorio russo, aggiunge il presidente. Ma la situazione resta “complicata”, avverte il governatore, Alexei Smirnov, ammettendo che il nemico ha preso il controllo di 28 località. Mentre il comandante delle forze armate ucraine, Oleksandr Syrsky, afferma che il territorio conquistato è pari a mille chilometri quadrati. “Continuiamo a condurre operazioni offensive nella regione di Kursk”, ha annunciato Syrsky in un video postato sui canali social del presidente Volodymyr Zelensky, che per la prima volta ha riconosciuto pubblicamente l’offensiva in corso. E secondo Smirnov sono già 121.000 i civili evacuati dalle aree di combattimento. Sull’altro versante della frontiera, nella regione ucraina di Sumy, gli sfollati sono circa 20.000. Ma la Russia ha deciso l’evacuazione della popolazione di un distretto in un’altra regione di confine, quella di Belgorod, dove ci sono “attività nemiche”, ha detto il governatore Vyacheslav Gladkov. Il canale Telegram russo Rybar, considerato vicino alle forze armate, ha riferito di un tentativo di infiltrazione a Belgorod di alcune decine di sabotatori, che sono stati respinti al valico di Kolotilovka. Ma probabilmente gli ucraini si preparano ad “un altro, più serio attacco”. Putin ha aggiunto che la Russia teme azioni ucraine anche in un’altra regione di frontiera, quella di Bryansk. Il ministero della Difesa di Mosca ha detto che continua a fare affluire truppe e armamenti verso Kursk, e ha parlato di pesanti perdite tra gli ucraini – 260 militari – nelle ultime 24 ore. Ma il quadro tracciato dal governatore Smirnov è decisamente preoccupante. Le forze di Kiev sono avanzate fino a una profondità di 12 chilometri su un fronte largo 40, ha detto. E il problema principale, ha aggiunto, è che “non c’è una chiara linea del fronte, non si capisce dove siano le unità ucraine”, che sembrano muoversi a piccoli gruppi con manovre tattiche che spiazzano quelle russe. Smirnov ha anche accusato gli ucraini di avere usato armi chimiche in un bombardamento di artiglieria sul distretto di Belovo, dove alcuni “agenti di polizia e il capo di una comunità rurale sono rimasti intossicati”. Secondo il governatore, i civili rimasti uccisi nei bombardamenti ucraini sono finora 12 e i feriti 121, di cui 10 bambini. Putin ha spiegato l’offensiva in territorio russo con lo scopo da parte di Kiev di migliorare la sua posizione in vista di futuri negoziati. Tutto ciò “con l’aiuto dell’Occidente”. Gli Usa e i suoi alleati, ha dichiarato, “fanno la guerra alla Russia per mano ucraina”. Il presidente vede nell’iniziativa bellica anche un tentativo di distogliere truppe russe dal teatro del Donbass, dove da mesi sono all’offensiva, e di “seminare discordia” e “distruggere la coesione” della società russa. Obiettivi più o meno confermati a Kiev da un alto responsabile ucraino che ha parlato con l’agenzia Afp mantenendo l’anonimato. Scopi che non saranno raggiunti, ha assicurato il presidente russo: le forze di Mosca “stanno avanzando lungo tutta la linea del fronte” in territorio ucraino, ha affermato. Mentre il ministero della Difesa russo ha detto che è stato “accelerato il ritmo” dell’offensiva nella regione di Donetsk, con la conquista di tre villaggi nell’ultima settimana. Quanto ai negoziati, nella situazione attuale sono da escludere. “Di cosa possiamo parlare con gente che colpisce indiscriminatamente i civili e cerca di minacciare gli impianti nucleari?”, ha detto Putin, con un riferimento all’ultimo incidente che ha visto coinvolta la centrale di Zaporizhzhia. Zelensky ha accusato gli “occupanti russi” di avere appiccato un incendio avvenuto domenica alle torri di raffreddamento della centrale, in territorio controllato dalle truppe di Mosca. Ma la Russia ha accusato gli stessi ucraini di avere bombardato il sito e la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha giudicato Kiev colpevole di “terrorismo nucleare”. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e le autorità russe locali, non vi è stato comunque alcun rischio di esplosione, perché i sei reattori dell’impianto sono in fase di spegnimento a freddo.