‘E’ morto in missione di guerra. Non gli spetta alcun risarcimento”. E’ questa, in sintesi, la risposta data dalla compagnia assicuratrice ai familiari di Roberto Marchini, 28 anni, residente a Caprarola, in provincia di Viterbo, geniere-paracadutista dell’ottavo reggimento del genio Folgore di Legnago, ucciso dall’esplosione di un ordigno artigianale nel distretto di Bakwa, in Afghanistan, il 12 luglio dell’anno scorso.

Il militare aveva acceso un mutuo bancario con tanto di assicurazione sulla vita. Dopo la sua morte, il finanziamento avrebbe dovuto essere estinto dalla compagnia di assicurazione. Ma l’istituto di credito ha continuato a prelevare la rata mensile dal conto corrente intestato a suo nome. Quando i familiari hanno chiesto chiarimenti alla banca, si sono sentiti rispondere che l’assicurazione non aveva pagato il premio ”perche’ Marchini e’ morto in missione di guerra”, circostanza, quest’ultima, non coperta dalla polizza. ”Per il ministero della Difesa – spiega il legale della famiglia, l’avvocato Roberto Massatani – il militare e’ deceduto mentre svolgeva una missione di pace. Cosi’ la definisce la legge dello Stato. Ci chiediamo – aggiunge – come possa l’assicurazione sostenere che stesse partecipando a un’azione di guerra”. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, pero’, gli eredi del caporalmaggiore dovranno continuare a saldare il mutuo mese per mese.

 

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