Allarme rientrato in via Fereggiano, a Genova. Lo ha comunicato la Protezione Civile. Dagli accertamenti effettuati il presunto ‘tappo’ del torrente Fereggiano non rappresenta un problema. In via Fereggiano sono ripresi i lavori di sgombero della strada. “Vergogna, vergogna, vattene a casa, dimissioni”.
Così alcuni residenti di via Fereggiano, a Genova, hanno contestato il sindaco, Marta Vincenzi, che era venuta a rendersi conto della situazione. “Qui non sei su facebook – hanno aggiunto – qui siamo nel tempo reale”. Lungo via Fereggiano la contestazione nei confronti del sindaco Marta Vincenzi è stata pressoché unanime. “Perché ha lasciato le scuole aperte?”. “Qui sono morti dei miei amici, perche?”. “Voi lo sapevate che questo è un posto a rischio, ma non avete fatto niente, non avete fatto niente”. Quasi impossibile per Marta Vincenzi rispondere. E’ dovuta intervenire la polizia e improvvisare lì per lì un cordone di sicurezza.
Ciononostante Marta Vincenzi ha continuato il suo sopralluogo, tentando, in alcuni casi con successo, di rispondere. “Non è vero, no è vero che non abbiamo fatto niente”: il sindaco di Genova, Marta Vincenzi, ha risposto così ai cittadini di via Fereggiano che la contestavano. Inizialmente si era imposta il silenzio, poi è sbottata: “Abbiamo ripulito il Bisagno, abbiamo speso sei milioni sul Fereggiano. Non potete dire che non abbiamo fatto niente”. Quindi, sempre protetta da un cordone di sicurezza della polizia, il sindaco si è a lungo intrattenuta con i titolari di un negozio distrutto, i signori Glauco e Mario Giachero.
Dentro a ciò che resta della loro rivendita di bomboniere, Marta Vincenzi ha cercato di difendersi dalle accuse. “Faremo tutto ciò che potremo per aiutarvi, ma non abbiamo colpe. Se non quella di non aver spiegato meglio cosa significa allerta 2”. E’ in corso in una riunione del Comitato operativo della Protezione Civile, con il prefetto Franco Gabrielli e le autorità locali, per monitorare l’emergenza maltempo che sta interessando le regioni nord-occidentali, Piemonte e Liguria in particolare, ma anche la situazione del Po e degli affluenti.
Dopo aver duramente colpito la città di Genova, infatti, la perturbazione si è estesa a comprendere anche il Piemonte e la Liguria di Ponente. Persistono, nella mattinata di oggi, precipitazioni nell’Alessandrino, sui bacini del Bormida e dell’Orba, sull’area dello Spezzino e sull’alto Magra. Il Sistema di Protezione Civile è attivato per fornire assistenza e supporto alla popolazione colpita e per presidiare il territorio. La perturbazione è infatti destinata a protrarsi per 36-48 ore, insistendo ancora sulle zone già colpite.
Per monitorare le zone a rischio e fronteggiare la situazione emergenziale, oltre a Vigili del fuoco, Forze armate e Forze di polizia, è al lavoro il Volontariato di Protezione Civile. Operative le colonne mobili delle regioni Toscana, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta e, a sostegno delle regioni colpite, attivate anche Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto e Provincia autonoma di Trento. Operative anche le organizzazioni nazionali di volontariato: Associazione nazionale alpini, Corpo italiano di soccorso dell’Ordine di Malta, Federazione Italiana Ricetrasmissioni Citizen’s Band, Associazione radioamatori italiani, Raggruppamento nazionale radiocomunicazione di emergenza, Prociv, Misericordie e Anpas, oltre alla Croce Rossa Italiana e al Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico.
La Procura di Genova ha aperto un fascicolo sulle sei vittime dell’alluvione che ha colpito il capoluogo ligure. Si tratta, hanno spiegato in Procura, di un atto dovuto quando ci sono decessi per cause di morte non accertate. Al momento, quindi, non c’é alcuna ipotesi di reato.