Tutti hanno applaudito e qualcuno ha intonato ‘Bella ciao’ mentre il carro funebre con la bara di Giorgio Bocca si allontanava dalla Basilica di San Vittore in Corpo dove si e’ svolto il funerale del giornalista, morto il giorno di Natale a 91 anni. Tanti hanno voluto essere presenti al funerale che si e’ svolto in forma privata.
Il direttore di Repubblica Ezio Mauro, il direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, il presidente dell’ANSA e della Fieg Giulio Anselmi, Roberto Natale della Fnsi, il procuratore di Torino Giancarlo Caselli, Marco Travaglio, Daria Bignardi e Ottavio Missoni con la moglie. La salma di Bocca sara’ ora cremata e nei prossimi giorni le ceneri verranno tumulate in Val d’Aosta. Giorgio Bocca ”lascia un vuoto” nel giornalismo. La figlia, Nicoletta, lo ha detto questa mattina prima di entrare nell’abitazione da cui partira’ il corteo funebre del giornalista che arrivera’ alla Basilica di San Vittore al Corpo. ”Mi auguro – ha aggiunto – che qualcuno presto prenda il suo posto”, un invito perche’ si facciano avanti i ragazzi con ”la misura, la lucidita’ e il cuore che lui aveva”. Da lui il figlio di Nicoletta, Pietro, ha ”imparato – ha aggiunto – l’onesta”’. Nell’abitazione e’ da poco arrivato anche Ezio Mauro, il direttore di Repubblica, quotidiano di cui Bocca e’ stato tra i fondatori.
”E’ stato un grande montanaro che non la mandava a dire a nessuno”: e’ questo il breve ricordo di Giorgio Bocca tracciato da Umberto Eco al suo arrivo alla casa milanese del giornalista scomparso il giorno di Natale. In via Giovannino De Grassi, dove il giornalista risiedeva, e’ un viavai di colleghi e amici che arrivano in visita alla famiglia per l’ultimo saluto a Bocca nel giorno del funerale. ”Uno dei piu’ grandi di tutti, che ci ha fatto conoscere l’Italia nel dopoguerra”, lo ha definito Gian Antonio Stella. ”Un uomo curioso – ha continuato – che ha scritto cose formidabili e che non ha mai avuto paura di prendere posizione anche a rischio di sbagliarsi”. Tra le persone arrivate a rendere omaggio a Bocca anche Gad Lerner che ha preferito pero’ non fermarsi a parlare con il capannello di cronisti e curiosi che stazionano sotto la palazzina.