Mesi di preparazione cominciati da prima di Natale, esperimenti in campagna per valutare la potenza dell’esplosivo, più telecomandi testati, vari sopralluoghi a Brindisi per scegliere con cura l’obiettivo e probabilmente almeno una persona che lo ha aiutato. Descrive una persona lucida, determinata,
meticolosa, arrabbiata col mondo ma che non ha agito da sola, l’ordinanza del gip del Tribunale di Lecce Ines Casciaro che ha convalidato il fermo di Giovanni Vantaggiato, l’imprenditore di Copertino reo confesso dell’attentato che il 19 maggio scorso ha ucciso Melissa Bassi e ferito altre cinque sue compagne di scuola. L’uomo è da cinque giorni rinchiuso nel carcere di Lecce. Il movente sarebbe quello del gesto dimostrativo “nei confronti del mondo intero”, il killer si sente “vittima di truffe che lo hanno messo in ginocchio economicamente” e sente di non essere stato adeguatamente tutelato dalle istituzioni. L’aggravante del terrorismo (che incardina il procedimento presso la Dda di Lecce e non presso la procura di Brindisi) è riconosciuta dal gip in virtù del “grave danno al Paese che è stato provocato” con la diffusione “del terrore nelle scuole”. Il giudice ha condiviso l’impianto accusatorio della Procura distrettuale antimafia di Lecce riconoscendo le accuse di strage con finalità terroristica oltre a quella di fabbricazione, detenzione e trasporto di un ‘congegno micidiale”. Ha anche ritenuto, malgrado l’imputato abbia negato più volte, che Vantaggiato abbia agito in concorso con altri. La presenza di un complice, almeno nelle fasi preparatorie dell’attentato, sarebbe confermata secondo il gip da una testimone. La donna ha detto di avere visto all’1.30 della notte che ha preceduto l’esplosione un “uomo che spingeva un bidone della spazzatura munito di ruote, tenendolo dalla parte delle maniglie e che andava in direzione della scuola”. La descrizione di quest’uomo non coincide con la fisionomia di Vantaggiato: “corporatura robusta, spalle larghe, alto circa un metro e 80, naso pronunciato”, indossava cappello con visiera e giacca e pantaloni neri. Vantaggiato ha detto di avere indossato gli stessi abiti sia nella notte precedente sia al momento dell’esplosione e cioé giacca scura e pantaloni chiari, così come si vede dalle immagini trasmesse dalla telecamera del chiosco vicino alla scuola e nelle quali lo stesso Vantaggiato si è riconosciuto. Questi elementi, uniti al fatto che nel corso dell’interrogatorio Vantaggiato ha “utilizzato il plurale in molte occasioni” nel descrivere le sue azioni confermano, secondo il gip, che non può avere agito da solo. L’uomo ha però sempre negato questa circostanza, e lo ha fatto anche oggi il suo avvocato Franco Orlando che è andato a trovarlo in carcere e secondo cui il plurale sarebbe frutto di un intercalare. Sorprendente la meticolosità e la costanza con cui il killer ha raccontato di avere programmato l’attentato, cominciando a prepararlo fino “da prima di Natale” acquistando “quattro telecomandi tre dei quali si erano inceppati durante le numerose prove”. Ha descritto minuziosamente il modo con cui ha composto la miscela esplosiva e l’ ha testata più volte in campagna prima di utilizzarla dinanzi alla scuola. Ha ammesso di aver fatto dei sopralluoghi a Brindisi prima dell’attentato e di aver scelto “la scuola più vicina all’ uscita della città perché rispetto ad altri obiettivi, come ad esempio una caserma dei carabinieri, era più facile da colpire”. Vantaggiato ha inoltre ribadito di aver scelto deliberatamente di azionare il telecomando a quell’ora del mattino “per ottenere esattamente l’effetto ottenuto: di notte – ha detto – era un tempo ideale soltanto per i preparativi”. Questo dimostra, per il gip, che la volontà dell’uomo era quella di “fare un gesto dimostrativo eclatante finalizzato ad uccidere”. “Egli ha perfino riferito – scrive ancora il gip – di essere ritornato a casa alle 3 di notte per dormire e poi di essere uscito nuovamente all’alba, dopo aver già posizionato l’ordigno, dimostrando di avere una ferma volontà di consumare il delitto proprio in quel momento e non ad un’ora qualsiasi”.