Nella stagione venatoria che dovrebbe iniziare il 21 settembre si registrano aperture anticipate in molte regioni e sarà ancora permesso sparare e molte specie considerate in uno ‘sfavorevole stato di conservazione’ nonostante le Direttive europee a loro tutela.
E’ quanto denuncia il WWF Italia, sottolineando che in molte regioni sarà possibile sparare anche fino a otto giornate aggiuntive e a 9 specie. “Tranne che in Val d’Aosta, nelle province di Trento e Bolzano, Liguria e Lazio – aggiunge il WWF nella nota – tutte le altre regioni hanno deciso di regalare alle doppiette molti giorni di caccia in più rispetto all’apertura ‘ordinaria’ del 21 settembre. La stagione venatoria, ricorda l’associazione ambientalista, dovrebbe aprirsi regolarmente dalla terza domenica di settembre ovvero il 21, “ma visto che la legge consente la cosiddetta pre-apertura, non mancano in moltissime Regioni gli anticipi al primo settembre”, “pratica che il WWF come le altre associazioni ambientaliste ed animaliste hanno sempre criticato e contestato, perché è in contrasto con i principi delle Direttive Comunitarie in materia ambientale oltre che con i principi scientifici per la conservazione e tutela della fauna”. Sono molte le specie considerate cacciabili dal primo settembre: ghiandaia, tortora, merlo, cornacchia grigia e nera , gazza, colombaccio, alzavola, beccaccino, marzaiola, quaglia, germano reale, coniglio selvatico. “E milioni gli animali che verranno abbattuti- aggiunge il WWF -. In alcuni casi non è esagerato parlare di ‘mattanza’: ad esempio lo scorso anno è stato calcolato che, considerando che i cacciatori sono circa 750.000, le giornate di caccia permesse dai calendari venatori, in Italia sarebbe possibile abbattere legalmente 15 milioni di tortore, che è la stima di tutta la popolazione europea”. Tutto ciò senza considerare la piaga del bracconaggio e delle tante altre forme di caccia illegale, che incidono pesantemente sulla fauna. Il WWF, conclude la nota, “continuerà a vigilare con decine di avvocati e centinaia di guardie volontarie, anche ricorrendo ai tribunali italiani ed europei”.