E’ stata la giornata dell’ex capitano dell’Atalanta Cristiano Doni quella di oggi nell’inchiesta cremonese sul Calcioscommesse che l’ha portato in carcere e poi ai domiciliari, ma anche quella della notizia dei ”riscontri” che inquirenti e investigatori cremonesi hanno trovato riguardo le ultime partite, anche di Serie A, citate il 28 novembre scorso dal ‘Gerva’, il giocatore del Piacenza Carlo Gervasoni: su tutte Lazio-Genoa, di cui Gervasoni ha parlato con altre due (Palermo-Bari e Lecce-Lazio), che gia’ si trovavano nelle intercettazioni dell’ex portiere della cremonese Marco Paoloni.

Lo stesso Paoloni aveva bollato come millanteria il suo interessamento a questa combine, raccontando che, mentre conversava via Skype con altri indagati, si fingeva il giocatore del Lecce Daniele Corvia. Gli accertamenti tecnici, come confermato dal procuratore di Cremona Roberto di Martino, hanno stabilito che quelle di Paoloni del tutto millanterie non erano. Doni ha fatto la sua comparsa in mattinata in procura, accanto al suo avvocato, Salvatore Pino, proveniente dalla sua casa di Torre Bodone, nel Bergamasco, dopo alcuni giorni agli arresti casalinghi in Alto Adige e una settimana di carcere. ”Non sono un giocatore corrotto”, ha tenuto a precisare davanti al pm. Concetto spiegato dal suo legale Salvatore Pino: ”Ritiene di non avere mai fatto nulla contro la sua squadra. Certo, non doveva avere la consapevolezza che qualche partita fosse con un risultato gia’ acquisito per altra via, ma il fatto che la sua squadra potesse aumentare i punti gli ha fatto fare un passo falso”. Su tutti il passo piu’ falso e’ stato quell’Atalanta-Piacenza finita 3 a 0 il 19 marzo 2001. L’accordo – avrebbe raccontato Doni – non era con il solo Gervasoni che pure l’aveva raccontato ai magistrati, ma direttamente con lo stesso portiere del Piacenza, Mario Cassano: ”Ho tirato centrale e lui si e’ buttato di lato”. L’avvocato Pino taglia corto: il risultato ”era gia’ combinato” e il suo assistito ”ne e’ venuto a conoscenza in un secondo tempo”, ma ”non e’ stato lui ad alterare il risultato”. Il rapporto tra Doni e la squadra? Pino ha spiegato che ”l’ Atalanta era il suo mondo, non aveva vita sociale che non fosse legata alla squadra, alla societa’ e alla citta’ e ora avverte un gelo molto forte che lo amareggia”. Se il capitolo Doni appare al momento accantonato, nell’inchiesta cremonese e’ ora tempo di affrontare i nuovi scenari descritti da Gervasoni, con l’annunciata e scontata, ormai da tempo, iscrizione nel registro degli indagati dei nomi chiamati in causa dal difensore. Nomi saliti alla ribalta da una decina di giorni, mentre quello di Doni, e la relativa figurina sono scomparsi dalle pagine dedicate all’Atalanta dallo storico album dei calciatori edito dalla Panini.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui