Entreranno nel vivo nei prossimi giorni gli accertamenti della procura di Roma per fare luce su eventuali illeciti legati all’immobile di 109 metri quadrati di via Monte Oppio, vicino al Colosseo, acquistato nel 2008 dall’attuale ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi per 170 mila euro.
Per il momento il caso e’ stato oggetto solo di consultazione tra il procuratore aggiunto Alberto Caperna ed il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza guidato da Virginio Pomponi. Allo stato, sul tavolo del magistrato, ci sono articoli di stampa dedicati alla vicenda. Quindi, per il momento, ne’ ipotesi di reato ne’, tantomeno, indagati. L’immobile, di proprieta’ dell’Inps, fu acquistato da Patroni Griffi ad un prezzo ‘scontato’ grazie ad una decisione del Consiglio di Stato, che dichiaro’ l’immobile in questione ”non di pregio”. Tale ‘declassamento’ scaturi’ da un ricorso degli inquilini che, a fronte della dichiarazione di pregio del palazzo fatta dal ministero dell’Economia, all’epoca guidato da Giulio Tremonti, opposero lo stato di degrado dell’immobile e la necessita’ di interventi urgenti di restauro.
A curare il ricorso fu Carlo Malinconico, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dimessosi pochi giorni fa per il caso delle sue vacanze a Porto Ercole pagate da Francesco De Vito Piscicelli, il costruttore che rise dopo il terremoto in Abruzzo e che successivamente fu coinvolto nelle inchieste sui grandi eventi. ”Non ho mai preso in considerazione l’ipotesi di dimettermi – ha dichiarato nei giorni scorsi il titolare di Palazzo Vidoni – per quanto mi riguarda considero percio’ chiusa una vicenda che non presenta alcun elemento di illecito ne’ di immoralita’ e che ho gia’ abbondantemente e definitivamente chiarito e sulla quale non intendo tornare piu”’. ”Il paragone con il caso Scajola – ha aggiunto Patroni Griffi – e’ un’offesa insopportabile. Il mio e’ un atto lecito, che migliaia di altri italiani avrebbero fatto e farebbero”.