Ilir Beti, l’imprenditore albanese di 37 anni che alla guida di un Suv, viaggiando contromano a forte velocita’ e in stato di ebbrezza sulla A26 provoco’ un incidente in cui persero la vita quattro ragazzi francesi e un quinto rimase ferito, e’ stato condannato in abbreviato a 21 anni e 4 mesi di reclusione. Si aggiunga il risarcimento ai familiari delle vittime e la revoca della patente.
L’incidente, nel tratto Ovada e Predosa, nell’ alessandrino, avvenne il 13 agosto del 2011. La sentenza e’ stata messa oggi ad Alessandria. Beti rispondeva di omicidio volontario a titolo di dolo eventuale, lesioni gravissime, guida in stato di ebbrezza e porto abusivo di un coltello. Il pm, che aveva chiesto una condanna a due mesi in piu’, ha sostenuto che Beti, guidando in quel modo ha accettato il rischio che potesse succedere un incidente e non ha fatto alcun tentativo per evitare l’impatto. ”Andava come un treno a 150 all’ora su un Suv da tre tonnellate, con capacita’ di reazione nulle. Indifferente anche quando altri veicoli gli venivano incontro”. I famigliari delle vittime hanno accolto la sentenza in lacrime. Per il difensore,si e’ trattato di omicidio colposo di una gravita’ assoluta, ma non c’era la volonta’ di uccidere. Beti, dopo una giornata di lavoro, aveva raggiunto Arenzano, in Liguria, dove aveva trascorso la serata in un locale. Aveva bevuto, poi si era messo al volante per rientrare in Alessandria. Non doveva farlo in quelle condizioni, ha aggiunto il legale, perche’ ”ubriaco di alcol e di sonno” e non ha fatto niente per evitare l’impatto perche’ guidava come ”un sonnambulo”. ”Una pena esemplare che ci aspettavamo”, ha detto all’ uscita Christine Lorin, la mamma di uno dei giovani francesi. Con l’associazione ”Un chemin pour domaine” si stanno battendo per il riconoscimento dell’omicidio volontario stradale a livello europeo. ”Bisogna continuare per i nostri figli- ha aggiunto Christine – perche’ non siano morti invano”. L’incidente avvenne poco dopo le 5del mattino. Beti, entrato in autostrada ad Arenzano, era uscito a Masone, rientrato e tornato in riviera per recuperare il telefonino. Nuovamente tornato in autostrada si era diretto verso Alessandria, poi aveva fatto inversione procedendo per otre venti chilometri contromano, nonostante i segnali di auto e tir che erano riusciti ad evitarlo, fino all’impatto contro l’Opel Astra dei ragazzi francesi che stavano andando in vacanza in Croazia.