Il business delle ‘bionde taroccate’, per molti retaggio del passato, torna in grande spolvero con la crisi che incalza. I numeri la dicono lunga: le sigarette illecite fumate nel mondo ammonterebbero a 360 miliardi, per una quota di mercato pari al 10,5%.
In Italia, nel 2010, il mercato illegale e’ stimabile in un totale di 2,8 miliardi di sigarette. A lanciare l’allarme e’ la Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione e della pirateria in campo commerciale, che ha stilato una relazione ad hoc presentata oggi in una conferenza stampa a Montecitorio. C’e’ anche sterco di topi in alcuni stock di sigarette contraffatte finite sotto sequestro e passate sotto la lente d’ingrandimento dagli investigatori. Il business delle ‘bionde’ false “fa gola alla criminalita’ organizzata, che, non a caso, in questo mercato illecito investe moltissimo e mostra capacita’ operative e gestionali assimilabili alle grandi multinazionali del tabacco”, spiega il presidente della Commissione, Gianni Fava (Lega Nord). Producendo “danni alla salute dei consumatori, ma anche alle casse dello Stato in termini di mancate entrate fiscali”. A preoccupare di piu’, pero’, i contraccolpi per la salute dei consumatori di sigarette contraffatte. “Se il fumo fa male di per se’ – sottolinea Fava – questi prodotti possono provocare danni di gran lunga maggiore e nuocere ancor piu’ gravemente alla salute”. Secondo le diverse verifiche effettuate, alcune marche di sigarette contraffatte sarebbero risultate prodotte utilizzando anche foglie di tabacco contaminate, o comunque di qualita’ non adeguata, al punto che, nell’impasto finale, sarebbero emersi livelli di nicotina, catrame, monossido di carbonio, piombo, cadmio e arsenico molto piu’ alti rispetto a quelli presenti nelle sigarette originali.