Una condanna a ventiquattro anni a Renzo Brezil e a 17 anni e mezzo alla sua ex compagna Luciana Chirico’. Lo ha deciso oggi la Corte d’assise d’appello di Torino nel processo d’appello per l’omicidio di Osvaldo Squillace, l’uomo ucciso l’11 aprile 2009 a colpi di pistola a Torino in quello che era stato ribattezzato ”il delitto del Gratta e Vinci”.
Squillace infatti poco prima di morire aveva vinto 500mila euro alla lotteria. La Corte ha ritenuto l’aggravante della premeditazione equivalente all’attenuante della provocazione per Brezil mentre ha considerato le attenuanti prevalenti sulle aggravanti per Chirico’. In primo grado Brezil e la ex erano stati condannati rispettivamente a 18 e 10 anni. In appello il procuratore generale, Antonio Malagnino, aveva chiesto per entrambi l’ergastolo. Durante le indagini era emerso che dopo aver vinto Squillace aveva iniziato a fare dei prestiti: secondo l’accusa Brezil, 69 anni, e Chirico’, 51, avevano progettato di ucciderlo per non restituirgli un prestito di 8mila euro. Brezil, che ha seguito il processo su una sedia a rotelle perche’ ha difficolta’ a camminare, e’ detenuto in una casa di cura. Poco prima della sentenza di primo grado aveva preso la parola e si era preso tutta la responsabilita’ del delitto, sostenendo che altrimenti sarebbe stato Squillace a ucciderlo. La difesa era sostenuta dall’avvocato Wilmer Perga.