Se, come ha ribadito anche oggi il presidente del Consiglio Mario Monti, non puo’ esserci equita’ senza il recupero dell’evasione, allora e’ evidente che la lotta contro chi ruba allo Stato e ai cittadini onesti ”non fara’ sconti a nessuno”. E dunque i controlli ”di massa” non si fermeranno a Cortina ma ”continueranno in tutte le province italiane, senza se e senza ma”. Il messaggio lanciato dal comandante della Guardia di Finanza Nino Di Paolo alla Camera e’ la conseguenza dell’incontro avuto poco prima con il premier e i vertici del ministero dell’Economia e delle agenzie fiscali.

Un incontro per fare il punto proprio sulla lotta all’evasione e dare ulteriore impulso alle attivita’ da mettere in campo per stroncare un fenomeno che, dice Di Paolo, ”genera gravi distorsioni di mercato” e, soprattutto, costituisce ”un freno allo sviluppo del paese e all’adozione di piu’ incisive misure redistributive”. Ecco perche’ la lotta non puo’ che essere a tutto campo, passando ”dall’aggressione ai patrimoni indebitamente accumulati al reintegro dei tributi evasi”’, espressione di ”un’unica minaccia alla stabilit… del sistema paese”. Senza contare, avverte Di Paolo, che negli ultimi tempi, e’ aumentato il rischio di fuga di capitali all’estero. Il fenomeno degli spalloni ”sta vivendo un periodo assai florido” dice infatti, ricordando che in una 24 ore entrano fino a 6 milioni in banconote da 500. E, guarda caso, la distribuzione di queste banconote in Italia e’ maggiore proprio nelle province al confine con Svizzera e San Marino. Verifiche sempre piu’ serrate e dirette, dunque, anche se i controlli di questi mesi, da Cortina a Napoli, ”non sono una novita”’. Almeno non per le Fiamme Gialle, tanto che sono gia’ state programmate ulteriori verifiche in tutte le province per il resto dell’anno. Quel che e’ cambiato, sottolinea Di Paolo, ”e’ la sensibilita”’ dei cittadini e dell’opinione pubblica, ”ora consapevoli che l’evasore fiscale non Š pi— un modello di riferimento ma un peso intollerabile ed un pericolo per la collettivit…”. Dunque quel che ieri era visto in un modo, sembra voler dire il comandante della Gdf, oggi viene guardato sotto un’altra ottica. Che aiuta molto i finanzieri. Ed infatti i controlli di questi mesi ”che oggi suscitano vivo interesse”, sono gli stessi che fino a qualche tempo fa ”trovavano spazio, quando lo trovavano, nelle pieghe della cronaca locale, magari accanto a qualche spazio pubblicitario”. Dunque e’ evidente che il fenomeno e’ ancora ben radicato nella societa’, tanto che il comandante della Gdf dice al Parlamento che ”c’e’ un’ampia evasione di massa riconducibile a lavoratori autonomi e piccole imprese”. Anche i numeri sono impietosi: negli ultimi cinque anni la Guardia di Finanza ha effettuato 2,5 milioni di controlli sull’emissione di scontrini e ricevute fiscali. Ma, soprattutto, ha denunciato, ogni anno, 5.500 persone per fatture false. Una delle frodi ”piu’ insidiose e diffuse” avverte Di Paolo, da cui derivano danni pesanti all’economia italiana. Basti pensare che questi soggetti sono responsabili di aver evaso ogni anno 2,5 miliardi d’Iva, cioe’ il 40% dell’imposta evasa e scoperta ogni anno. Il ”sistematico ricorso” a questo tipo di truffa, tra l’altro, vede coinvolti veri e propri ”ingegneri finanziari”: professionisti, consulenti ed esperti che si mettono a disposizione dei criminali. Per capire la dimensione del fenomeno Di Paolo ha citato l’esempio di una societa’ che ha emesso una fattura falsa per 1,2 miliardi di imponibile e 230 milioni di Iva, abbattendo cosi’ il proprio debito fiscale per circa 500 milioni. ”Considerando solo l’Iva e’ come se per due mesi nessun bar rilasciasse lo scontrino per i 70 milioni di cappuccini o espressi consumati ogni giorno dagli italiani”.

 

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