Le gocce di alcol si confondevano tra le lacrime. Piangeva. E nel frattempo si preparava a trasformarsi in pochi secondi in una torcia umana. L’ultimo ‘spettacolo’ della disperazione per la crisi si è consumato davanti al Quirinale, dove un immigrato romeno di 55 anni, si è dato fuoco perché era stato licenziato e non poteva più sostenere la sua famiglia. Ora l’uomo, salvato dai carabinieri e soccorso dal 118, è ricoverato in ospedale per ustioni su almeno il 50% del corpo.

La scelta di darsi fuoco davanti al Quirinale non è stata casuale. L’uomo tempo fa aveva indirizzato una lettera aperta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla quale era stata data risposta. Nell’occasione il caso era stato segnalato al Servizio sociale di Torino e alle competenti istituzioni territoriali, per gli opportuni interventi di sostegno. E sempre su incarico del Capo dello Stato oggi gli uffici del Quirinale hanno seguito le condizioni di salute dell’uomo, affetto da uno “stato ansioso depressivo reattivo”. Il romeno aveva già inscenato proteste davanti al Parlamento europeo di Bruxelles, alla Corte europea di Strasburgo e nei confronti di uffici diplomatici rumeni, organi giudiziari, organizzazioni sindacali e organi di stampa, sostenendo di essere stato ingiustamente licenziato da parte di una azienda di autotrasporti. E oggi poco prima delle 14 il romeno, che in passato lavorava come camionista per un’azienda di autotrasporti, si è presentato nella piazza davanti al palazzo del presidente della Repubblica, affollata di turisti. Si è prima cosparso di alcol e in pochi secondi, mentre piangeva, ha preso fuoco. Un carabiniere, che era in servizio sul posto, si è lanciato verso quel corpo in fiamme che si dimenava, cercando di spegnere le fiamme avvolgendo l’uomo con una coperta. Il militare si è anche ferito a una mano, mentre i sanitari del 118 hanno subito trasportato il romeno, in gravi condizioni, all’ospedale Sant’Eugenio: ha ustioni di terzo grado su mani e gambe e di secondo grado sul torace e sul collo. Ma per fortuna se la caverà. E qualcuno dice di avergli sentito dalla sua bocca: “Come sosterrò la mia famiglia?” Passanti e turisti, invece, sono rimasti per ore nella piazza ancora con l’orrore negli occhi. “Abbiamo visto un uomo a terra e sentito che stava piangendo”, hanno spiegato alcune ragazze che stavano per entrare alle Scuderie del Quirinale. Due anziani coniugi romani, che avevano raggiunta piazza del Quirinale per assistere al cambio della guardia hanno raccontato di aver “visto un assembramento di forze dell’ordine intorno a un uomo steso a terra con sopra una coperta marrone. Abbiamo capito che era successo qualcosa di grave. Si muoveva – ha aggiunto la donna – ed era quasi del tutto privo di abiti. Subito dopo sono arrivate due ambulanze del 118, una delle quali l’ha portato via girandolo su un fianco mentre lo mettevano sulla barella”. Il romeno di 55 anni, residente a Pinerolo, in Piemonte, è sposato, padre di una bambina e ha gravi problemi economici. Lavorava come camionista per l’azienda trentina di autotrasporti – a quanto si è appreso la ‘Arcese’, una della più grandi d’Italia e che negli ultimi mesi aveva operato alcuni tagli. Ma alcune settimane fa è stato licenziato e da allora ha perso ogni speranza. Lo scorso 11 agosto si diede fuoco davanti a Montecitorio un operaio precario di 53 anni, Angelo Di Carlo, che morì pochi giorni dopo per le ustioni riportate. In piazza del Quirinale c’é ancora una macchia nera. Tra i sanpietrini c’é ancora la cenere dei vestiti dell’ex-camionista che forma una sagoma. Ora c’é chi spera che quella fuliggine di disperazione non si allarghi.

 

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