Novanta giorni di sospensione per i responsabili del pronto soccorso dell’Umberto I di Roma in riferimento al caso di una donna di 53 anni 1, trovata legata alla barella 2con delle lenzuola e senza nutrizione da quattro giorni. La paziente è stata scoperta in quella condizione all’alba da Ignazio Marino e Domenico Gramazio,

senatori del Pd e del Pdl, entrati a sorpresa nella “piazzetta” del pronto soccorso. Il provvedimento è stato preso dal direttore generale dell’ospedale Antonio Capparelli nei confronti del direttore del Dea-Dipartimento emergenze e accettazione, il professor Claudio Modini, e del coordinatore dell’area medica Dea, il professor Giuliano Bertazzoni. “Dodici elementi critici”. I pm che indagano su carenze e disfunzioni nei pronto soccorso a Roma, hanno sentito per quattro ore il direttore della programmazione sanitaria della Regione Lazio, Ferdinando Romano. Intanto gli ispettori inviati dal ministro della Salute, Renato Balduzzi, al Policlinico Umberto I di Roma hanno rilevato 12 “elementi critici” nella vicenda della donna. Fra questi il ritardo nella nutrizione e la mancanza di richieste di posto letto per trasferimento della paziente in struttura idonea. Inoltre gli spazi per l’assistenza risultano insufficienti per il numero di pazienti presenti con un sovraffollamento, in particolare nella piazzetta. Manca il controllo informatizzato sulla disponibilità di posti letto.

Il ministro Balduzzi ha tenuto a chiarire che i Nas saranno inviati nelle strutture sanitarie “laddove c’è criticità”. “Non è un problema di risorse, ma di come si organizzano. La sanità italiana è buona nel suo insieme, non apriamo la caccia alle streghe, ma vigiliamo perché certi fenomeni non devono capitare”, ha detto il ministro. Il video su un nuovo caso. Poco prima di essere sospeso Bertazzoni, ha smentito un nuovo caso di malasanità all’Umberto I. “Non risulta nessuna paziente con le caratteristiche descritte” dalla associazione dei consumatori Codici che ha diffuso un video nel quale parla una anziana donna che si dice cardiopatica e con una possibile malattia infettiva”.

Il caso porta l’attenzione sugli errori negli ospedali. In poco più di due anni si contano 25 morti sospette nei reparti di emergenza-urgenza degli ospedali italiani. Quasi un decesso al mese legato a presunti casi di malasanità ‘da pronto soccorso’. E’ quanto emerge da una analisi su dati della Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari legati all’emergenza. Ben 25 casi a fronte di circa 30 milioni di accessi ai Dea ogni anno. La maggior parte dei decessi si registra in Sicilia e Calabria.

 

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