I programmi televisivi che propongono una immagine oggettivante della donna (quando, cioè, le donne sono relegate al ruolo di oggetti o di mera decorazione) creano un contesto normativo ”che legittima la molestia, rappresentando in tal modo un concreto pericolo per la sicurezza e la dignità delle donne”.
È quanto emerge da uno studio condotto da Silvia Galdi, Anne Maass e Mara Candiu del Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo e della Socializzazione dell’Università di Padova.