Falsa soia biologica proveniente dall’Est Europa e venduta in Italia nonostante avesse il doppio degli organismi geneticamente modificati rispetto al limite consentito.
La Guardia di finanza di Ravenna ha scoperto una maxi frode nel settore agroalimentare. Sequestrate oltre 1.700 tonnellate di soia contaminata: 500 tonnellate nel porto di Ravenna, altre 1.200 presso grossisti di diverse citta’ italiane. Al vaglio della magistratura la posizione di diverse persone coinvolte nella vicenda. L’operazione della Guardia di finanza di Ravenna e’ partita da un’analoga attivita’ delle Fiamme gialle di Verona, che nello scorso dicembre avevano smascherato una maxi fronte nel settore agroalimentare. Lo scambio di informazioni tra i due comandi ha consentito ai militari di Ravenna di attuare specifici controlli nel settore del biologico, sul quale da qualche anno si concentrano ingenti capitali. La soia contaminata, una volta arrivata al porto di Ravenna dall’est Europa, era accompagnata da false certificazioni che ne attestavano la purezza e la qualita’, traendo cosi’ in inganno i consumatori circa le caratteristiche del prodotto. Dai risultati delle analisi effettuate dai finanzieri con l’ausilio dell’azienda sanitaria locale, emergeva infatti una presenza di organismi geneticamente modificati superiore di quasi il doppio della soglia limite rispetto a quella consentita dalla vigente normativa europea. Sono cosi’ scattati i sequestri, che hanno impedito l’immissione sul mercato alimentare di cereali che di biologico avevano in realta’ soltanto il prezzo.