La squadra mobile di Treviso ha scoperto uno studio professionale che avrebbe istruito centinaia di pratiche ad hoc che, dietro somme di denaro, consentivano agli immigrati con il permesso di soggiorno scaduto o in attesa di rinnovo di rimanere in Italia grazie all’assunzione fittizia di ditte fallite, inesistenti o intestate a stranieri.

Tre le persone arrestate un ragioniere titolare dello studio, un suo collaboratore ed un ex imprenditore. I provvedimenti restrittivi sono stati emessi dal gip di Treviso, Valeria Sanzari, su richiesta del pm Umberto Dona’. L’indagine e’ iniziata nel 2011 dopo che l’Ufficio immigrazione della questura di Treviso, analizzando migliaia di pratiche, si e’ insospettita per l’alto numero di documenti trattati dallo studio professionale. Documenti perfetti e all’apparenza regolari, ma che ad un attento esame e con l’incrocio di dati con vari enti hanno fatto emergere incongruenze ed irregolarita’. Cosi’ sono state scoperte false fatturazioni intestate a ditte inesistenti, cessate o fallite, pagamenti all’Inps per i quali pero’ non c’era corrispondenza, buste paghe mensili sebbene gli immigrati avevano lavorato solo per pochissimi giorni, anche due. Pratiche, secondo la Polizia di Stato, studiate a tavolino, dietro le quali c’era la regia di un esperto, ben addentro al sistema. Lo studio, con sede a Treviso, gestiva in gran parte pratiche di immigrati il cui passaparola garantiva l’interesse di nuovi clienti.

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