Fiat ha disdetto, a partire dal 1 gennaio 2012, tutti gli accordi sindacali vigenti negli stabilimenti auto. E’ quanto si apprende da fonti sindacali.Nella lettera inviata da Fiat ai sindacati si fa riferimento a successivi incontri per valutare la situazione e predisporre nuove intese collettive “per assicurare trattamenti individuali complessivamente analoghi o migliorativi rispetto ai precedenti”. La disdetta, secondo l’azienda, e’ una conseguenza dell’entrata in vigore dell’accordo di primo livello che sara’ operativo dal 1 gennaio 2012.
”Ancora una conferma del carattere destabilizzante delle scelte che l’azienda continua a compiere, con il fondato timore che il vero obiettivo sia quello di estendere il contratto di Pomigliano costruendo cosi’, per questa via, il contratto nazionale del gruppo”. Cosi’ il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, commenta la decisione di Fiat di disdettare dal primo gennaio del prossimo anno tutti gli accordi sindacali vigenti. Una scelta contro cui la Cgil chiama ad un intervento il nuovo governo. Scelte, aggiunge, che ”porterebbero inevitabilmente all’esclusione di un sindacato fortemente rappresentativo come la Fiom dall’esercizio dell’attivita’ sindacale negli stabilimenti del gruppo automobilistico”. Una possibilita’ che vedrebbe il sindacato “nettamente contrario”. “La Cgil e’ un’organizzazione che continua a credere nel pluralismo sindacale come diritto democratico e costituzionale dei lavoratori che devono continuare ad essere liberi di scegliere e farsi rappresentare dal sindacato che vogliono”, spiega chiamando ad un “fronte comune” tutti i sindacati contro l’eventualita’ che il nuovo contratto non sia altro che l’estensione dell’accordo in vigore a Pomigliano. “In questo caso sarebbe utile fare fronte comune con Cisl e Uil per difendere la garanzia dei sindacati di essere presenti nei luoghi di lavoro ed essere liberi di esercitare la loro prerogative”, dice ancora sollecitando un intervento anche da parte del nuovo governo. ”Sarebbe utile che il nuovo governo chiedesse conto alla Fiat del nuovo piano industriale e degli investimenti, sconsigliando il gruppo dall’assumere un nuovo atto che produrra’ soltanto conflitti in un paese che ha sempre piu’ bisogno di coesione per rispondere ai gravi problemi che la crisi ci impone”, conclude Scudiere.