La Guardia di finanza di Ancona ha accertato che una societa’ operante nel settore della commercializzazione di elettrodomestici ha evaso l’Iva per un importo di circa 250mila euro e ha conseguentemente denunciato il rappresentante legale per l’omesso versamento dell’imposta.
Illecito, questo, che dal dicembre 2006 costituisce reato, quando l’imposta non versata supera la soglia di 50.000 euro. Con l’estensione anche ai reati fiscali dell’istituto della cosiddetta ‘confisca per equivalente’, e’ stato chiesto e ottenuto il sequestro preventivo delle disponibilita’ patrimoniali riconducibili all’imprenditore, per un valore complessivo pari al mancato versamento dell’Iva. La misura cautelare e’ stata emessa dal gip del Tribunale di Ancona su richiesta della Procura della Repubblica, che ha coordinato gli accertamenti svolti dai finanzieri della Compagnia di Jesi. All’esito dell’attivita’ investigativa, le fiamme gialle hanno verificato che la societa’, con sede legale a Fabriano e sede amministrativa e operativa Monsano, omettendo nel 2010 di versare l’Iva incassata dalle vendite si e’ autofinanziata con le somme che avrebbe dovuto corrispondere all’Erario. Il sequestro ha riguardato saldi attivi di conti correnti, libretti di deposito, cambiali, assegni obbligazioni, polizze vita, tre autovetture, un furgone e un appartamento a Senigallia. In questi casi, non e’ necessario dimostrare la connessione diretta tra i beni intestati o riconducibili all’indagato e l’attivita’ illecita perpetrata e, in caso di condanna definitiva, le disponibilita’ patrimoniali sequestrate andranno a confluire nel Fondo unico giustizia, entrando a pieno titolo nelle casse dello Stato.