“Giustizia è fatta”. E’ stata questa una delle frasi dette da Giovanni Bassi, padre di Melissa, in una conferenza stampa a Mesagne. “Ringrazio tutti – ha aggiunto – per quello che hanno fatto. Ora trovo la forza – ha aggiunto – in mia moglie, pensando a Melissa”. Nella conferenza stampa,

accompagnato dall’avvocato Fernando Orsini, Bassi ha ringraziato le forze dell’ordine, i magistrati e anche i giornalisti”. “In questi giorni – ha aggiunto – ho sentito tutti vicini”. L’avvocato Orsini ha aggiunto che quando “ho avuto la notizia del fermo, ho sentito la voce dello Stato”. Giovanni Vantaggiato “non è un padre”: ha detto Massimo Bassi, padre di Melissa, parlando con i giornalisti nell’aula consiliare del Comune di Mesagne. “Quell’uomo – ha aggiunto – per me non esiste, non può – ha detto più volte – essere un padre”.

“Non voglio parlargli – ha detto diverse volte Bassi – per me lui non esiste. Mai immaginavo che questo ‘fattaccio’ potesse essere opera di un padre. Non posso pensare che in questi venti giorni lui abbia mangiato con la sua famiglia, con i suoi figli. Lui ha spezzato la mia famiglia, ma ha anche spezzato la sua famiglia”. “Quell’uomo, che non è un padre, ha già sessantotto anni”. Così, provato dall’emozione, Giovanni Bassi ha risposto ad una domanda dei cronisti sulla necessità della pena di morte per l’uomo che ha confessato l’attentato alla scuola Morvillo Falcone di Brindisi. Bassi ha più volte detto ai cronisti di non voler “incontrare quell’uomo” e di non volergli parlare perché “per me non esiste: non ho alcun messaggio da mandargli”.

“No, no, non ho mai pensato alla mafia o alla criminalità. Loro queste cose non le fanno”: così Giovanni Bassi, padre di Melissa, ha risposto alle domande dei cronisti sulla possibilità che l’attentato del 19 maggio scorso fosse opera della criminalità organizzata. “Ho sempre pensato – ha proseguito – che si trattasse di un gesto isolato, ma mai potevo immaginare che a farlo sia stato un padre di famiglia. Lui – ha concluso Bassi – non è un padre”.

Occhiali scuri, sguardo basso e giacca nera: così, per la prima volta dall’attentato, la madre di Melissa Bassi si è presentata ai giornalisti, ai quali non ha rivolto parola. Così come anticipato ai cronisti dall’avvocato Fernando Orsini, Rita Bassi non è intervenuta alla conferenza stampa tenuta dal marito. Durante l’incontro con i giornalisti la madre di Melissa ha sempre tenuto lo sguardo rivolto a terra, visibilmente provata dall’emozione e dal dolore. La donna, subito dopo l’attentato del 19 maggio scorso, aveva avuto un malore ed è stata ricoverata nell’ospedale di Mesagne: “Ringrazio – ha detto il marito – l’ospedale di Mesagne per tutto quello che hanno fatto medici ed infermieri per mia moglie”.

L’avvocato Orsini ha aggiunto che “i coniugi Bassi non parleranno con nessun altro giornalista”. Giovanni Vantaggiato, in stato di fermo da ieri dopo aver confessato di essere il responsabile dell’attentato contro la scuola Morvillo Falcone di Brindisi, avvenuto il 19 maggio scorso, è stato interrogato oggi nel carcere di Lecce, dove è recluso dalla scorsa notte. Giovanni Vantaggiato, di 68 anni, presunto autore dell’attentato di Brindisi, avrebbe fatto esplodere la bomba di giorno dinanzi alla scuola Morvillo Falcone perché di notte lì non c’era nessuno. Lo ha detto lo stesso Vantaggiato nell’interrogatorio di ieri. Lo ha riferito il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, nella conferenza stampa in corso al Palazzo di giustizia di Brindisi.

A Giovanni Vantaggiato viene contestato, nel decreto di fermo, il reato di strage in concorso aggravata da finalità di terrorismo. Il decreto di fermo è stato firmato dal procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, dal sostituto procuratore della stessa Dda Guglielmo Cataldi e dal pm della procura di Brindisi Milto De Nozza. Nel provvedimento si contesta il concorso nel reato “per coprire ogni eventualità”, ha precisato Motta. Il fermato “ha decritto l’ordigno – ha riferito Motta – e come era composto, ed ha competenze elettrotecniche” per costruirlo. Quanto alla somiglianza del fermato con l’uomo ripreso in un video di un chiosco di fronte alla scuola scenario dell’attentato, Motta ha aggiunto che “é evidente che è la stessa persona” e che probabilmente si è trattata di una “imprudenza”.

Alla conferenza stampa erano presenti tra gli altri il vicecapo della polizia, Francesco Gratteri, i vertici dello Sco e del Ros; non erano presenti né il procuratore di Brindisi, Marco Dinapoli, né il pm De Nozza. All’individuazione del presunto responsabile dell’attentato di Brindisi si è arrivati attraverso l’individuazione di due auto, una presente la notte quando è stato collocato l’ordigno dinanzi alla scuola Morvillo Falcone, e l’altra la mattina seguente quando c’é stata l’esplosione. Lo ha riferito il procuratore della Dda di Lecce, Cataldo Motta, in una conferenza stampa al palazzo di giustizia di Brindisi. Le due auto – una Fiat Punto bianca e una Hyundai blu – erano entrambe nella disponibilità dell’uomo fermato ieri sera, Giovanni Vantaggiato e sono state sequestrate nel corso delle perquisizioni eseguite nei confronti dell’imprenditore.

“Quanto tempo dovrò stare qui?’: è l’unica domanda che Giovanni Vantaggiato, responsabile dell’attentato del 19 maggio scorso alla scuola Morvillo di Brindisi, ha fatto la scorsa notte all’arrivo nel carcere di Lecce. L’uomo – riferisce all’ANSA chi ha potuto vederlo – mantiene “un atteggiamento remissivo, passivo”. “La bomba l’ho fabbricata io nel deposito. Ho comprato fuochi d’artificio e li ho svuotati mettendo dieci chili di polvere pirica in ciascuna bombola”. Ha detto nell’interrogatorio di ieri sera Giovanni Vantaggiato. “Le bombole – ha detto ancora il 68/enne – le ho portate la sera prima con la Fiat Punto sul luogo dell’attentato. La mattina dopo sono andato lì con la Hyundai (l’altra auto di famiglia, intestata alla moglie, ndr) e ho pigiato il telecomando”.

 

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