Nell’udienza sull’Ilva la Corte costituzionale ha ritenuto inammissibili gli interventi di Wwf, Confindustria e Federacciai che tramite i propri legali chiedevano di essere ascoltati in giudizio. Sono invece stati ammessi gli interventi di Angelo, Vincenzo e Vittorio Fornaro, titolari di un’azienda agricola che hanno dovuto abbattere dei capi di bestiame a causa dei veleni prodotti dal gruppo siderurgico.
Confindustria e Federacciai chiedevano il rigetto della questione di legittimità costituzionale sollevata sulla legge salva-Ilva, mentre il Wwf, così come i Fornaro, ne chiedevano l’accoglimento. La Corte ha deciso sull’ ammissibilità degli interventi riunendosi in camera di consiglio e ha poi emesso un’ordinanza letta in Aula dal presidente della Consulta Franco Gallo. Gallo ha sottolineato che “la sola parte in causa è l’Ilva Spa” e ha poi spiegato che Confindustria, Federacciai e Wwf “non sono titolari di un interesse immediato nel rapporto sostanziale dedotto in giudizio”, mentre i Fornaro sono “titolari di un interesse qualificato”. Per questo, in linea con “la costante giurisprudenza della Corte” gli interventi dei primi non sono stati ammessi mentre sono stati accettati quelli dei Fornaro.