La Tav irrompe nella scena politica politica nazionale e stravolge i già precari equilibri in Parlamento. Il M5S annuncia che lunedì chiederà l’istituzione di una commissione d’inchiesta parlamentare sulla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione con il proposito di bloccare l’opera. E trova una inedita convergenza con Sel: “E’ un’opera sempre meno sensata” con ‘una spesa insopportabile”, concorda Nichi Vendola.
Il Pd, che da tempo si è espresso a favore della Tav, scopre che al suo interno il tema è ancora dibattuto e vede aprirsi una riflessione che contrappone i pro-Tav, come il senatore Stefano Esposito, ed i ‘dubbiosi’. Tra questi ultimi ci sono anche big del calibro di Laura Puppato e del sindaco di Bari, Michele Emiliano. Resta alla finestra il Pdl che rilancia accuse al M5S di estremismo e contiguità con movimenti violenti. Sotto una pioggia continua senatori e deputati del Movimento Cinque Stelle guidano di buon mattino la pattuglia che ‘ispeziona’ il cantiere della Tav a Chiomonte. Ad attenderli una cinquantina di attivisti ‘No Tav’, dietro le recinzioni di quella zona off limit che negli ultimi anni è stata scenario dello scontro, spesso violento, con le forze dell’ordine. Nella delegazione ci sono Rocco Crimi, capogruppo a Palazzo Madama, che parla di “devastazione da fermare”. Ma anche Laura Castelli, Alessandro Di Battista e Marco Scibona, uno dei leader storici dei No-Tav ed ora senatore della Repubblica. Con loro anche dodici parlamentari Sel, che contestano l’opera, guidati da Giorgio Airaudo e Titti Di Salvo. In totale i parlamentari sono una settantina. Sul cantiere l’unico strenuo difensore del mega tunnel ferroviario è Stefano Esposito, senatore del Pd. Spiega che l’opera è necessaria e sfida il M5S a presentare una mozione in Parlamento. Lancia anche una provocazione: “Se votate la fiducia al governo, blocchiamo la Tav”. Ed ottiene una risposta dura da Ivan Della Valle, deputato del M5S: “Mai, non facciamo inciuci con chi ha rovinato il Paese negli ultimi 20 anni”. Diverso l’approccio di Laura Puppato, che a Bussoleno incontra una delegazione di sindaci della Val di Susa: “La commissione d’inchiesta sulla Tav? Perché no. Non è una cattiva idea”, spiega auspicando una riflessione interna al partito. Ancora più esplicito Michele Emiliano che, in collegamento web, parla di “errore nell’imporre un’opera ad un territorio senza convincere la popolazione”. Poco dopo arriva la replica di Esposito che accusa i suoi due colleghi di fare “facile e comoda demagogia in trasferta”. Alle 14 il via della Marcia da Susa a Bussoleno. La guidano i ‘No Tav’ con i parlamentari che si mischiano tra la folla. Crimi viene contestato da un piccolo gruppo di ragazzi che gli urla “fascista”. Non si registrano, invece, i tanto temuti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Si arriva ordinatamente in piazza a Bussoleno dove prendono la parola i protagonisti della giornata. Grande assente è Beppe Grillo che ha preferito lasciare la scena alla ‘piazza’. La novità è tutta politica. Il M5S mostra che l’anima movimentista, almeno in queste zone, è preponderante. L’abbraccio con Sel sul tema Tav, oltre a mettere in difficoltà il Pd, spinge il movimento verso posizioni di sinistra, correggendo l’immagine dei cinque stelle a livello nazionale. Anche se rischia di essere un errore utilizzare vecchie categorie per ‘spiegare’ un movimento ancora in evoluzione e diviso tra ‘istituzioni’ e ‘territorio’.