In cambio di denaro, tra i 10 e i 100 euro per ogni volta, una ditta di pompe funebri di Canosa di Puglia otteneva, in modo permanente ed esclusivo, informazioni segrete e comunque riservate da alcuni operatori socio-sanitari (in servizio al Pronto Soccorso e al Reparto medicina) e dagli operatori del telesoccorso in merito a decessi gia’ avvenuti o imminenti di pazienti ricoverati all’ospedale della cittadina pugliese o in fin di vita nelle loro abitazioni.
E’ quanto hanno accertato gli investigatori della Procura della Repubblica di Trani e del Commissariato di Polizia che stamane hanno eseguito 9 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesse dal gip Rossella Volpe su richiesta del pm Giuseppe Maralfa. I provvedimenti hanno riguardato Vincenzo Benedettini, 56 anni, Donato Coppolecchia, 44, Nicola Terrone, 40, Salvatore Di Nunno, 37, Francesco Caccavo, 64, Salvatore Chincoli, 46, Massimiliano Donativo, 44, Andrea Lotito, 34, e Enrico Salerno, 55, tutti di Canosa. I primi tre sono rappresentanti e soci amministratori dell’organizzazione funeraria Valle dell’Ofanto. Di Nunno e Caccavo sono soci della stessa azienda mentre Chincoli e Donativo sono operatori socio sanitari. Gli ultimi due sono operatori del servizio di telesoccorso convenzionato con la Asl Bat, denominato Handik help’, del quale sono rispettivamente amministratore unico e presidente. Si tratta del servizio di trasporto dei malati con l’ambulanza. Le indagini hanno avuto inizio nell’aprile 2010 e, attraverso testimonianze, appostamenti, l’acquisizione di atti pubblici, intercettazioni telefoniche e ambientali sono riuscite ad accertare che gli arrestati avrebbero preso parte a un’associazione a delinquere promossa e organizzata, secondo la Procura, da Benedettini, Coppolecchia, Di Nunno, Caccavo e Terrone. Le dazioni di denaro venivano cripticamente indicate con i termini e le frasi ”caffe”, ”blocchetto”, ”non il panettone ma qualche altra cosa”). A passare i dati sensibili sarebbero stati gli operatori socio-sanitari Donativo (in servizio al Pronto Soccorso) e Chincoli (al reparto Medicina) e gli operatori del telesoccorso Salerno e Lotito (che rispondono tutti in concorso con i soci dell’agenzia di pompe funebri di corruzione di incaricato di pubblico servizio e rivelazione di segreti d’ufficio). In questo modo i soci dell’agenzia avvertiti telefonicamente in anticipo dai loro referenti, riuscivano a giungere presso l’obitorio in anticipo e in situazione di concorrenza sleale rispetto alle ditte concorrenti (e spesso anche rispetto ai congiunti) si accaparravano i servizi di onoranze funebri approfittando anche della precaria situazione psicologica dei congiunti nei momenti immediatamente successivi al decesso. Sono stati accertati almeno 13 episodi andati ‘a buon fine’ ma la ditta e si suoi soci si ‘mobilitavano per ogni decesso al fine di giungere per primi sul posto.