Domani le accuse lasceranno il posto al silenzio. Immagini, fiaccole, ricordi: sara’ cosi’ che a Somma Vesuviana (Napoli) sara’ ricordata Melania Rea. Ad un anno dalla sua morte il suo paese, ancora una volta, scendera’ in strada ”Per non dimenticare”, questo lo slogan.

E anche per annunciare la nascita di una onlus, l’associazione ‘Melania Rea’ che, spiega il fratello Michele, si occupera’ di storie come quella di Melania. Un video, domani sera, cerchera’ di raccontare la storia della 29enne napoletana. Storia che ancora non ha una parola fine visto che la vicenda giudiziaria che vede il marito Salvatore Parolisi in carcere, accusato dell’omicidio di Melania, e’ ancora aperta. Prima di quelle immagini, nella chiesa di San Giorgio Martire sara’ celebrata una messa e a seguire una fiaccolata attraversera’ le strade principali del comune alle porte di Napoli. ”Vogliamo che domani sia il giorno del silenzio – dice Michele – vogliamo solo ricordare Melania, il suo sorriso”. Poi, ci sara’ l’annuncio della nascita della onlus. ”Sara’ un’associazione che dira’ no alla violenze sulle donne, si’ ai diritti dei minore, che dira’ no agli assassini liberi e si’ alla certezza della pena – spiega il fratello di Melania – vogliamo stare vicino a tutti coloro che subiscono questo dolore e fare in modo che non accada piu’, a nessuno. Perche’, poi, alla fine, succede che anche quando si trova il colpevole, dopo poco tempo torna ad essere libero. E alle vittime nessuno restituisce la vita”. La vita, per tutti i Rea, un anno fu ”stravolta, fermata”. ”Niente piu’ e’ come prima e niente lo sara”’, dice Michele. Soprattutto per la piccola bimba di Melania e Salvatore che ora, a due anni e mezzo, si ritrova senza mamma, uccisa, e senza papa’, in carcere. ”Diventa sempre piu’ difficile – aggiunge – perche’ sente la mancanza della mamma, perche’ Vittoria inizia a fare domande e perche’ noi presto saremo costretti a raccontarle una bruttissima storia”. Tra tutti i sentimenti, le emozioni, tra la rabbia, il dolore, l’odio, oggi, ad un anno, c’e’ qualcosa che prevale su tutto, dice Michele: ”La sensazione di impotenza”. ”Per non essere riusciti ad evitare tutto quello che e’ successo, per non aver capito in tempo, per non essere riusciti a fare in modo che Melania fosse ancora viva – conclude – sensazione, questa, che fa male, tanto. E che non da’ tregua, neanche per un secondo”.

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