E’ stato condannato a 16 anni di reclusione un giovane di 29 anni che, la scorsa estate, ha ucciso, sgozzandola, la nonna prima di cercare di uccidersi, lanciandosi nel vuoto, dall’appartamento in cui viveva con i genitori e l’anziana in via Brioschi, a Milano.

Lo ha deciso il gup milanese Laura Marchiondelli al termine del processo con rito abbreviato. Il giovane, Gianluca Calvi, che lavorava come controllore per l’Atm (l’azienda dei trasporti milanesi), era accusato di omicidio volontario aggravato dal vincolo di parentela. L’uomo, stando a quanto ricostruito dalle indagini coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, il 16 agosto scorso sgozzo’ la nonna, Vincenzina Roberto di 79 anni, al termine di una lite, cominciata in cucina, per un rimprovero fatto dall’anziana all’uomo, che quel giorno aveva assunto molte dosi di cocaina. Quel mattino, infatti, l’uomo avrebbe incontrato addirittura per due volte il pusher da cui abitualmente si riforniva (arrestato a dicembre dai militari della Gdf, anche grazie ad alcune informazioni fornite proprio dallo stesso Calvi). Il nipote poi aveva infierito sul corpo della nonna con almeno tre coltelli e, stando alle indagini, aveva lasciato il cadavere a terra in una pozza di sangue, prima di contattare nuovamente il suo pusher per acquistare altra cocaina. Era uscito di casa, poi era rientrato e dopo aver visto il corpo della nonna morta aveva deciso di gettarsi nel vuoto. Ricoverato e curato, si trova tuttora in carcere. La difesa, con l’avvocato Alberto Longo, aveva provato a sostenere a processo l’incapacita’ dell’uomo, dovuta a una psicosi causata dall’assunzione di stupefacenti. Una consulenza della Procura, pero’, accolta dal gup, aveva dimostrato la sua capacita’ di intendere e volere al momento del fatto. Il giudice, nel condannarlo a 16 anni, e’ partito dalla pena base di 24 anni riducendola poi di un terzo per lo sconto del rito abbreviato.

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