Un ”grazie di cuore” al presidente della Repubblica dai minatori del Sulcis che hanno scritto una lettera a Napolitano dopo le sue parole di solidarietà di ieri. “I minatori Carbosulcis e le loro famiglie, confortati e raggiunti dal Suo sensibile interessamento verso questa causa che coinvolge l’intero territorio del Popolo sardo,

in un momento di grande scoramento e disperazione, si esprimono unitariamente nel più sentito e profondo ringraziamento”dice la lettera. “A Lei – continua la lettera- rivolgiamo un sentito appello affinché venga perseguita l’unica soluzione possibile con l’attuazione del decreto del Presidente della Repubblica del 28 gennaio 1994, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.56 del 9/3/94, che sancisce il finanziamento e la realizzazione del sistema integrato Miniera-Centrale. In fiduciosa attesa – concludono i minatori della Carbosulcis – tutti noi Le rivogliamo un grazie di cuore per quanto farà”. E si apre uno spiraglio anche sul fronte politico dopo che il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti a Radio anch’io, a proposito della miniera della Carbosulcis, ha detto che “non sta scritto da nessuna parte che la miniera debba chiudere il 31 dicembre, noi pensiamo che si possano trovare soluzioni”. Il sottosegretario De Vincenti ha poi precisato che la miniera della Carbosulcis è al 100% della Regione Sardegna e che quindi è la regione che deve deciderne la chiusura, ma che per il governo sono possibili soluzioni alternative’. tecnica” per il quale c’é bisogno di “un significativo contributo politico”.

II progetti di riconversione della miniera del Sulcis – ha proseguito il sottosegretario – devono essere “economicamente sostenibili”. Non è sostenibile l’ipotesi di riconversione presentata dalla Regione Sardegna (proprietaria della miniera) “con costi per gli italiani di 250 milioni” l’anno. Domani, ha detto, la regione dovrà chiarire le sue intenzioni, ma “il futuro del Sulcis passa per attività economiche che sappiano stare sul mercato”. Intanto si è giunti alla quarta notte nei pozzi occupati a 373 metri di profondità e nuova giornata di protesta per i minatori della Carbosulcis asserragliati da domenica notte nella miniera di carbone a Nuraxi Figus, nel Comune di Gonnesa (Carbonia Iglesias). Tra i lavoratori c’é forte preoccupazione in vista del vertice di domani a Roma, ma anche tanta determinazione nel proseguire l’azione di lotta. “Noi chiediamo di avere risposte su cosa devono fare – spiega Sandro Mereu, della Rsu Cgil – e chiediamo che al tavolo tecnico ci sia anche il sindacatò.

Intanto si estende anche fuori dalla miniera la mobilitazione in sostegno della vertenza Carbosulcis. Questa mattina sono comparsi due cumuli di carbone vicino ai Municipi di Carbonia e e di Gonnesa. “L’amministrazione di Carbonia sostiene la vertenza – afferma Giuseppe Casti, sindaco di Carbonia – e i lavoratori della Carbosulcis”. Dello stesso avviso anche il sindaco di Gonnesa Pietro Cocco: “Il nostro Comune sostiene la vertenza, la miniera è nel Comune di Gonnesà. Alla miniera di Nuraxi Figus, intanto, è giunta questa mattina una delegazione di lavoratori dell’ex Rockwool di Iglesias, protagonisti anche loro nel recente passato di azioni di lotta con varie occupazioni.

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