Una vasta operazione denominata ”Tela di grano” e’ in corso da questa mattina nel cosentino. I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza e del Ros stanno eseguendo 63 misure cautelari nei confronti di soggetti ritenuti appartenenti a sette cosche di ‘ndrangheta attive nel capoluogo e sul Tirreno cosentino, con interessi in varie regioni d’Italia.
Sono stati scoperti gli autori di diversi omicidi maturati durante la guerra di ‘ndrangheta per la contesa gestione degli affari illeciti sul territorio. Gli arresti sono stati eseguiti in Calabria, Lombardia, Lazio e Veneto. Sono in tutto 250 gli indagati nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro. Ci sono anche infiltrazioni negli appalti pubblici tra gli episodi su cui gli investigatori dell’Arma hanno fatto luce nell’operazione ”Tela di grano”. I carabinieri del Comando provinciale di Cosenza e del Ros hanno sequestrato beni mobili e immobili per 15 milioni di euro, e figurano anche delle societa’.
Le cosche del capoluogo cosentino avevano deciso di chiudere la guerra di mafia che aveva sparso tanto sangue tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’90 e provato a stabilire una pax mafiosa. Tuttavia alcuni sodali si sono opposti a questo disegno e la tregua e’ durata poco. Anche perche’ era stata decretata l’eliminazione fisica di chi di opponeva a questo progetto. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori dell’Arma e della Direzione distrettuale antimafia impegnati nell’indagine ”Tela di grano”, le cosche di Cosenza che fanno capo ai Perna, Cicero, Lanzino, Rua’, avevano disegnato l’assetto del territorio e stabilito chi comandava sulla costa tirrenica cosentino, indicando espressamente le cosche di riferimento. Era stato inoltre individuato un capo locale unico e i proventi delle attivita’ illecite confluivano in una bacinella comune. Le indagini hanno fatto luce su una dozzina tra omicidi e tentati omicidi, dando una chiave di lettura completa sugli episodi che si sono verificati piu’ frequentemente tra il 1993 e il 2004.