Complessivamente la decisione del Tribunale del Riesame – che ha respinto per l’on. Alfonso Papa la richiesta di scarcerazione – non intacca l’impianto accusatorio della Procura di Napoli se non per i due capi d’imputazione che sono caduti: uno per l’accusa di favoreggiamento personale e l’altro per concussione (e non entrambi relativi a concussione come precedentemente si era appreso). Nello specifico, per quanto riguarda il favoreggiamento personale la tesi dell’accusa era che Papa, investito da Bisignani del compito di assumere notizie inerenti al procedimento penale riguardante Lorenzo Borgogni, direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica, le aveva acquisite e comunicate. Un capo, annullato per Papa ma che e’ rimasto per Bisignani, in merito al quale la difesa del parlamentare aveva sostenuto che c’era assenza di indizi reali. In merito alla concussione, invece, Papa era stato accusato di aver intimorito Guglielmo Boschetti prospettando che un atteggiamento amichevole avrebbe garantito appalti e contatti utili grazie alle conoscenze di Bisignani. Anche in questo caso la difesa aveva sottolineato l’assenza di gravita’ indiziaria.
Soddsisfatto il procuratore capo Giovandomenico Lepore ‘E’ una ulteriore conferma che l’impianto accusatorio rimane saldo e che non avevamo creato polveroni. E’ una ulteriore conferma che avevamo visto nel giusto”, aggiunge. ”Umanamente puo’ dispiacere – conclude – ma dal punto dei vista professionale per noi e’ un passo in avanti”.
“Papa e’ depresso perche’ 15 giorni in carcere cominciano a farsi sentire e perche’ ha saputo che anche la moglie Tiziana Roda’ e’ indagata per concussione nell’ambito della stessa inchiesta”. Lo ha detto all’ADNKRONOS l’avvocato Giuseppe D’Alise poco dopo avere lasciato il carcere di Poggioreale dove si e’ recato per un colloquio con il parlamentare Pdl arrestato nell’ambito dell’inchiesta P4 la sera del 20 luglio.