La Corte d’Assise d’Appello di Milano ha emesso 11 condanne fino a 11 anni e mezzo di reclusione per altrettanti imputati nel processo alle cosiddette Nuove Br del partito Comunista politico-militare. La seconda sezione della corte d’assise d’appello di Milano (presidente Anna Conforti) ha diminuito le pene delle condanne rispetto al giudizio d’appello del giugno 2010 (poi annullato dalla Cassazione a febbraio) perché per molti imputati che erano accusati di associazione sovversiva con finalità di terrorismo (l’altra accusa è banda armata) il reato è stato derubricato in associazione sovversiva semplice.

Così Claudio Latino, ritenuto il leader della cellula milanese, è stato condannato a 11 anni e mezzo di carcere rispetto ai 14 anni e un mese chiesti dall’accusa. Condannato ad 11 anni Davide Bortolato, considerato il capo del nucleo padovano, rispetto sempre ai 14 anni e un mese chiesti dal sostituto pg. Dieci anni la condanna per Vincenzo Sisi, ritenuto il leader della cellula torinese, e 9 anni per Alfredo Davanzo. Otto anni per Bruno Ghirardi, 7 anni per Massimiliano Toschi, 5 anni e 3 mesi per Massimiliano Gaeta. Ridotte anche le condanne per Amarilli Caprio, Alfredo Massamauro e Davide Rotondi: per loro 2 anni e 2 mesi. Due anni e 4 mesi per Andrea Scantamburlo. Assolto Salvatore Scivoli che era accusato di concorso esterno. Il risarcimento a favore della Presidenza del Consiglio, parte civile, è stato ridotto da un milione di euro a 400 mila euro. Gaeta, assistito dall’avvocato Sandro Clementi, con la riduzione della condanna è stato scarcerato per estinzione della custodia cautelare già sofferta.

 

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