Far cadere il Governo di Mario Monti che ”esegue la volonta’ di banche e padroni” e ”prosegue le politiche liberiste anti-popolari di Berlusconi”. Ma anche criticare il Pd ”che sostiene l’esecutivo” e spostare ”l’asse della Cgil dal modello tedesco all’ intangibilita’ dell’ art.18”. Questi gli obbiettivi dichiarati di migliaia di persone – lavoratori, pensionati, studenti, militanti dei centri sociali e del movimento No-Tv e perfino non pochi bambini a significare visibilmente una iniziativa pacifica – scesi in piazza questo pomeriggio a Milano nel corteo ‘Occupyamo Piazza Affari’.
Un lungo serpentone e’ partito verso le 14.30 da piazza Medaglie d’Oro verso il centro della citta’ e fino alla sede della Borsa Italiana, simbolo ”del capitale e del profitto, la cui logica e’ l’impoverimento delle popolazioni europee come dimostrano la Grecia, l’Irlanda, la Spagna, il Portogallo e ora l’Italia in attesa della Francia e della stessa miope Germania”. Non a caso si e’ notato, tra i tanti striscioni, uno in cui era scritto ‘Il nostro modello tedesco e’ Karl Marx’ con a fianco una famosa effige del filosofo. Continui sono stati gli slogan contro il premier e Giorgio Napolitano tanto che il nome del presidente della Repubblica e’ stato quasi sempre accostato a quello di Monti nelle contestazioni. E tante anche le richieste di ”liberare i compagni arrestati in Valsusa”. Tra i presenti e gli organizzatori i sindacati di base, fra cui Cub e Usb, e quasi tutta la sinistra extraparlamentare: Paolo Ferrero (Rifondazione Comunista), Marco Ferrando (Pcdl), Marco Rizzo (Csp-Partito Comunista). E poi Vittorio Agnoletto, del Comitato No Debito, Giovanni Russo Spena, storica figura di Dp e Prc. Fra i sindacalisti Piergiorgio Tiboni, coordinatore nazionale della Cub, Giorgio Cremaschi della sinistra Fiom e Antonio Lareno, della segreteria milanese della Cgil. Pero’ Fiom e Cgil non hanno partecipato. Tutti hanno sostenuto la necessita’ di non toccare l’art.18 dello Statuto dei Lavoratori che ”semmai va rafforzato ed esteso”. Altrettanto unanime e’ stata la condanna della riforma pensionistica, dell’intera riforma del lavoro, ”che riduce gli ammortizzatori e non da’ niente ai giovani”, e complessivamente della politica soci-economica del governo ”impermeabile alle richieste dei cittadini”. Complessivamente tutto si e’ svolto senza problemi – imponente e’ stato lo schieramento delle forze dell’ordine che hanno usato anche un elicottero – salvo un blitz in una agenzia Unicredit e qualche momento di tensione in via Torino. Piazza Affari si e’ riempita e i manifestanti si sono dati la parola d’ordine di ”una mobilitazione permanente”. Oggi e’ stata una giornata di proteste a Milano anche con altre due iniziative: il sit-in ‘Libera la sedia’ in cui le opposizioni hanno chiesto le dimissioni del presidente lombardo Roberto Formigoni e una del Pdl davanti alla sede del Comune, Palazzo Marino, per chiedere chiarezza sulla vendita di una quota della societa’ aeroportuale Sea.