C’e’ un nuovo indagato, il boss corleonese Bernardo Provenzano, per l’omicidio del capo della corrente andreottriana della Dc in Sicilia, Salvo Lima, ucciso quasi vent’anni fa, il 12 marzo 1992, in via delle Palme, a Mondello, il lido di Palermo. Il Pm Antonio Ingroia ha inviato al capomafia l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e ora si appresta a chiederne il rinvio a giudizio.
Il fascicolo e’ stato recuperato dal calderone di “Sistemi criminali”, un’inchiesta su presunti intrecci tra mafia, politica, istituzioni e Servizi deviati, archiviata nel 2003 e dalla quale scaturirono due nuovi filoni, quello sulla trattativa fra mafia e Stato nel periodo delle stragi e dei delitti eccellenti di mafia, e quello sui mandanti esterni del delitto Lima. Provenzano, pluriergastolano e in carcere dall’11 aprile 2006, tra il ’92 e il ’93 era stato ritenuto morto in latitanza dagli investigatori e percio’ non era stato incluso tra i mandanti dell’omicidio dell’eurodeputato Dc. Una volta esclusa la morte, gli inquirenti ritennero inizialmente che Provenzano non avesse condiviso la linea dell’attacco frontale allo Stato, decisa da Toto’ Riina. Ma questa considerazione, via via nel tempo, e’ stata smentita dai pentiti. A chiamare in causa ulteriormente Provenzano, cosi’, sono state le dichiarazioni di Antonino Giuffre’ e il contenuto del fascicolo “Sistemi criminali”. Secondo i giudici l’omicidio Lima, commesso il 12 marzo 1992, colpi’ il politico-mafioso che non era ritenuto piu’ in grado di garantire gli interessi di Cosa nostra. Il processo a mandanti ed esecutori dell’omicidio Lima si e’ concluso con le condanne all’ergastolo per tutti, tranne che per il pentito Francesco Onorato, che si e’ autoaccusato di avere sparato e che ha fruito degli sconti previsti per i collaboratori di giustizia.