Chiudere una volta per tutte la storia giudiziaria dell’omicidio di Meredith Kercher, uccisa a Perugia nella notte tra il primo e il 2 novembre del 2007, oppure affidare ad altri giudici il compito di scriverne un nuovo capitolo: e’ quello che dovra’ decidere lunedi’ la Cassazione. Che potra’ rendere definitiva l’assoluzione di Raffaele Sollecito e di Amanda Knox per quel delitto oppure, come chiede la procura generale perugina, annullare la sentenza d’appello che li ha assolti disponendo un nuovo processo. La decisione dovrebbe arrivare nella stessa giornata.
Sollecito la attendera’ tra Verona, dove studia informatica, e la casa della famiglia in Puglia; Knox a Seattle anche, come spiega uno dei suoi difensori, l’avvocato Luciano Ghirga sarebbe potuta essere presente in Italia perche’ ”non ci sarebbe stato alcun rischio per lei” in quanto anche in caso di annullamento della sentenza d’appello ”ci sara’ un nuovo processo” e non una condanna immediata. Come quella a 26 e 25 anni di reclusione inflitta in primo grado, la Knox e Sollecito, tornati liberi dopo quasi quattro di reclusione al termine del processo d’appello che li ha assolti dall’accusa di omicidio. Infliggendo tre anni alla sola studentessa americana per la calunnia a carico di Patrick Lumumba, da lei coinvolto nella vicenda ma poi riconosciuto totalmente estraneo e quindi prosciolto. Secondo i giudici d’appello, nel processo di secondo grado sono venuti meno i ”mattoni” che portarono alla condanna. Il collegio ha scritto nelle motivazioni come ci sia stata una ”insussistenza materiale” degli indizi, dalle tracce di Dna all’arma del delitto. E proprio alla cosiddetta prova scientifica legata alle tracce genetiche analizzate dalla polizia scientifica e’ stato portato l’attacco piu’ duro. Analisi ”non attendibili” secondo i periti della Corte d’assise d’appello e al centro di un acceso scontro con gli esperti della procura generale e della famiglia Kercher che invece ne hanno sempre sostenuto l’attendibilita’. Concentrato in particolare sul gancetto del reggiseno indossato da Meredith quando venne uccisa (”probabile” per i periti dei giudici una contaminazione del Dna risultato inizialmente della vittima misto a quello di Sollecito) e sul coltello indicato dall’accusa come arma del delitto (con il codice genetico della studentessa inglese sulla lama ma per il collegio d’appello indizio che ”non puo’ essere ritenuto sussistente”). Una sentenza che pero’ che e’ stata segnata da ”gravi errori logico giuridici” secondo la procura generale di Perugia che ne ha chiesto l’annullamento con un ricorso di un centinaio di pagine articolato in dieci punti principali. Ad avviso dei magistrati, la Corte si e’ posta come ”una sorta di giudice alternativo di primo grado”. Per i pg, poi, nella sentenza d’appello ”vengono valorizzati pressoche’ esclusivamente gli argomenti dei consulenti della difesa” o le ipotesi che piu’ giovano alle tesi difensive. In linea – si sostiene nel ricorso – con l’affermazione iniziale del giudice relatore nel processo di secondo grado secondo cui ”nulla era certo salva la morte di Meredith Kercher”. Mentre la procura generale di Perugia e’ ”convintissima” della responsabilita’ nel delitto di Sollecito e della Knox, insieme a rudy Guede che sta scontando 16 anni ormai definitivi. Di diverso avviso, ovviamente, le difese. ”Chiederemo la conferma di una sentenza d’appello coerente, logica e ben argomentata” annuncia l’avvocato Ghirga. ”Il ricorso della procura generale – aggiunge – e’ inammissibile e comunque infondato. Sosterremo poi il nostro ricorso contro la condanna per la calunnia, che consideriamo il cuore della vicenda e non solo la genesi. La Corte d’assise d’appello ha infatti correttamente ricostruito la serata in questura di Amanda (quella precedente all’arresto – ndr), contraddistinta da stress, ed ha escluso che la calunnia fosse funzionale a procurarsi l’impunita’ dall’omicidio ma ne ha deciso comunque la condanna, con un salto”. ”Il ricorso della procura generale e’ inammissibile – dice l’avvocato Luca Maori, uno dei difensori di Sollecito – perche’ basato su questioni di merito, escluse dal vaglio della Cassazione. Sosterremo la sentenza d’appello che ha ricostruito in maniera esatta come sono andati i fatti. E quindi l’estraneita’ di Raffaele e Amanda all’omicidio”.