Un’anziana ospite di una casa di riposo nel savonese è morta per le botte ricevute da un ultrasettantenne che vive nello stesso istituto. Per questo l’anziano e alcuni medici della casa di riposo sono stati indagati rispettivamente per omicidio preterintenzionale e omicidio colposo.
Il magistrato ha deciso di procedere anche nei confronti dei medici perché non si sarebbero presi cura dell’anziana e non si sarebbero resi conto delle gravi condizioni della donna dopo l’aggressione. La donna è stata aggredita nella casa di riposo dal settantasettenne durante una lite. Trasferita all’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure con un femore rotto e un ematoma cerebrale, è morta dopo poche ore.
La pensionata di 80 anni uccisa a botte nella casa di riposo di Savona sarebbe stata aggredita da Marco Silombria, 77 anni, artista molto noto negli anni ’70, seguace del filone pop-dada e allievo di Scanavino. Savonese d’origine, Silombria è piemontese d’ adozione: approda a Torino negli anni ’60 e nel 1968 e’ tra i fondatori di una nota agenzia pubblicitaria. Proprio l’impegno nell’allora nascente disciplina della comunicazione visual-verbale gli conferisce quei tratti demistificanti che trasferisce nell’arte dal 1985. Marco Silombria è ricoverato nella casa di riposo per anziani di Albisola da circa un anno.
Nel 2007 Silombria era rimasto ferito in un infortunio domestico: salito su una scala per sostituire una lampadina era scivolato procurandosi un trauma cranico che lo aveva costretto ad un periodo di degenza durato molti mesi al Cto di Torino. La caduta, secondo quanto appreso, gli avrebbe provocato una progressiva regressione mentale tanto che nel 2011 il tribunale di Savona lo ha dichiarato incapace di intendere e di volere. Le nipoti di Silombria hanno deciso di farlo ricoverare nella casa di riposo di Albisola. In questi anni l’artista è stato al centro di un’altra vicenda giudiziaria che ha visto la procura indagare due persone per circonvenzione d’incapace. I due avrebbero costretto l’artista a vendere immobili e opere d’arte.
A difendere Silombria è l’avvocato Alessio Di Blasio. “Il mio assistito è una persona con gravi problemi di salute – ha detto -. Da quando è ricoverato in quella struttura più volte i responsabili hanno chiamato le nipoti per i suoi comportamenti poco educati con gli altri pazienti”. Il legale non conosce la circostanza dei fatti accaduti con l’anziana uccisa ma ritiene che siano imputabili a futili motivi: una parola di troppo potrebbe aver scatenato una reazione violenta di Silombria.