La procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio dei vertici di Standard & Poor’s e di Fitch nell’ambito dell’inchiesta sulle condotte illecite delle agenzie di Rating. Secondo i pm devono essere processati il presidente di Sp financial service dal 2007 al 2011 Deven Sharma e il direttore operativo dei rating Fitch David Michael Willmoth Riley, oltre ad altri cinque manager delle due agenzie. Per tuti l’accusa è manipolazione del reato pluriaggravata.

Chiesta invece l’archiviazione per i vertici di Moody’s.

Per la Procura della Repubblica di Trani, i cinque dirigenti dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio, attraverso “artifici, posti in essere anche a carattere ‘informativo’, hanno fornito intenzionalmente ai mercati finanziari “una informazione tendenziosa e distorta”, e come tale anche “falsata”, in merito alla “affidabilità creditizia italiana e alle iniziative di risanamento e rilancio economico adottate dal governo italiano”. Tutto ciò sarebbe avvenuto in modo da “disincentivare l’acquisto di titoli del debito pubblico italiano e deprezzarne, così, il loro valore”. I

due dirigenti dell’agenzia di rating Fitch per i quali la Procura di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio – il capo rating sovrano dell’agenzia, David Michael Willmoth Riley e il senior director della Fitch Italia, Alessandro Setterman – secondo i pm hanno divulgato “a mercati aperti” informazioni che “dovevano restare riservate, concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del prezzo di strumenti finanziari”. Da qui l’accusa per entrambi gli indagati di manipolazione del mercato pluriaggravata. Per i due dirigenti dell’agenzia Moody’s, indagati per ‘market abuse’, la Procura di Trani ha chiesto al gip l’archiviazione perché, dopo aver valutato anche le memorie difensive, “quantunque emergano situazioni penalmente valutabili sotto il profilo oggettivo, non si apprezzano conclusivamente elementi univoci in ordine al profilo soggettivo”, ovvero “della intenzione degli autori dell”announcement’ di fornire ai mercati finanziari informazioni tendenziose ed idonee a provocare una manipolazione del mercato”. L’inchiesta su Moody’s era stata avviata sulla base di un esposto-denuncia depositato il 13 maggio 2010 dalle associazioni dei consumatori Adusbef e Federconsumatori. Ciò in seguito alla diffusione “a mercati aperti – spiega in una nota la Procura – tramite le maggiori agenzie di stampa, tra il 6 e il 7 maggio 2010, di notizie riguardanti la debolezza del sistema bancario italiano che avrebbero causato un repentino e consistente deprezzamento dei titoli quotati presso la Borsa italiana, in particolare di quelli bancari”.

“Accuse totalmente infondate, dal momento che il nostro ruolo è di fornire opinioni indipendenti sul merito di credito, secondo le nostre metodologie pubbliche e trasparenti applicate in modo coerente in tutto il mondo”. Lo afferma Standard & Poor’s, in relazione all’inchiesta di Trani, aggiungendo che continuerà a lavorare “senza timore”. “Continueremo a svolgere il nostro compito – si legge in una nota di S&P – senza alcun timore o favoritismo nei confronti di investitori, emittenti di debito o ogni altro soggetto terzo, e a difendere le nostre azioni, la nostra reputazione e quella delle nostre persone”.

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