C’era un sorta di tariffario per ricompensare i medici che mettevano i pazienti sotto terapia di Omnitrope (un ormone della crescita biosimilare): secondo quanto hanno scoperto le indagini dei Nas di Bologna, ad esempio, un informatore farmaceutico della Sandoz ha corrisposto ad un “medico operante presso il Reparto di Endocrinologia del Policlinico San Matteo di Pavià come corrispettivo per l’ inserimento in terapia con Omnitrope di almeno venti pazienti nel corso del 2009 e del 2010, un importo di 30.000 euro, formalmente erogato quale contributo liberale in favore di una Onlus di cui il medico è presidente”.

Ma nell’inchiesta in cui sono indagati 67 medici – di ospedali pubblici e privati di tutta Italia, e che ha coinvolto anche dodici dirigenti e informatori scientifici della Sandoz, specializzata nella produzione di farmaci ormonali e per la crescita – ci sono anche viaggi in lussuosi alberghi di Montecarlo (ma anche a Londra, New York e Kyoto, oltre in varie città italiane), regali, da computer a jeans, contributi a convegni. Molti episodi sono riportati anche negli atti dei procedimenti disciplinari, basati sulle indagini dei Nas – e pubblicati dal sito piemonte.indymedia.org -, che la Sandoz ha condotto nei confronti dei suoi dipendenti coinvolti nella vicenda (la Sandoz ieri aveva fato sapere che “ha adottato le più severe misure disciplinari nei confronti dei dipendenti coinvolti. L’azienda ha inoltre avviato nuovi ed ancora più stringenti controlli interni”). In una contestazione la Sandoz parla di un suo informatore che ha dato, nel 2008-2009 ad una pediatra libera professionista di Roma e ad una sua collega operante nel Reparto di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo del Policlinico Universitario Gemelli, “quale corrispettivo per l’inserimento in terapia con Omnitrope di alcuni pazienti (tra l’altro con modalità difformi dalle disposizioni contenute nell’ autorizzazione in commercio del farmaco e mediante prescrizioni con dosi superiori alle esigenze terapeutiche): un importo rispettivamente di 10.000 e 8.000 annui, formalmente erogato quale compenso per consulenze e lezioni impartite agli Informatori Scientifici di Sandoz in realtà mai prestate”. Tra l’altro nelle intercettazioni telefoniche gli informatori parlavano della pediatra dicendo compiaciuti che dava ‘dosi da cavallo’. Ma il corrispettivo andava anche in viaggi di lusso: è il caso di un informatore che tra il settembre e il dicembre 2009, ha fornito a due medici del Reparto di Endocrinologia dell’ Ospedale “S. Anna e S. Sebastiano” di Caserta, quale corrispettivo dell’impegno a inserire in terapia con Omnitrope alcuni nuovi pazienti, la provvista per il pagamento delle spese da sostenere per “un viaggio e soggiorno (con le rispettive consorti) presso una lussuosa struttura ricettiva del Principato di Monaco”. Il corrispettivo erano poi anche abiti firmati: come quelli forniti nel novembre 2009 ad una dottoressa Responsabile della Divisione di Auxologia dell’Azienda Ospedaliera Santobono di Napoli: “un paio di pantaloni ‘Levi’s’ acquistati a New York e una felpa ‘Paul Frank’ acquistata a Saronno, quale ‘ricompensa’ per aver aderito alle richieste di prescrivere Omnitrope ai propri pazienti”.

 

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