Aree impervie delle colline pisane sono ispezionate in questi giorni dagli investigatori dei carabinieri per cercare il cadavere di Roberta Ragusa, la donna scomparsa dalla sua casa di San Giuliano Terme dal 14 gennaio scorso. Sono zone che potrebbero essere conosciute da Antonio Logli, il marito della donna, indagato per omicidio volontario. Gli inquirenti si sono concentrati nelle ultime settimane su luoghi che Logli potrebbe aver frequentato durante il suo lavoro di elettricista alla Geste, municipalizzata del Comune di San Giuliano.

Alcuni di questi luoghi sono gia’ stati ispezionati dai carabinieri del nucleo investigativo, da mesi supportati dai colleghi del reparto crimini violenti, anche con l’ausilio delle unita’ cinofile, ma le attivita’ investigative non hanno dato esito. Da oltre sei mesi Roberta Ragusa, imprenditrice 45/enne svanita nel nulla la notte del 14 gennaio, non si hanno notizie. Unico indagato il marito, anche se gli indizi a suo carico sono veramente pochi e l’iscrizione nel registro degli indagati si e’ resa necessaria per garantire l’accesso degli specialisti dei Ris alle sue proprieta’. Anche le analisi scientifiche non hanno portato elementi significativi all’inchiesta. Da tempo due analisti del reparto crimini violenti si concentrano sui racconti delle amiche e dei parenti di Roberta per cercare di tracciare un profilo psicologico della vittima e comunque per delineare il contesto a cui appartiene la donna. Le ricerche puntano anche a trovare effetti personali di Roberta Ragusa. Tra le piste investigative – omicidio, suicidio e allontanamento volontario – la prima e’ quella che al momento convince di piu’ gli investigatori.

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