In ballo c’é il futuro di Alessandro Sallusti, ma sul web la preoccupazione è per il destino dei blog, che potrebbero essere messi a dura prova se passassero alcuni degli emendamenti presentati al disegno di legge sulla diffamazione. Sono diversi i parlamentari, compresi gli stessi relatori, che chiedono di estendere ai siti internet il provvedimento in discussione in commissione Giustizia al Senato, presentato da Vannino Chiti e Maurizio Gasparri e inizialmente pensato per la stampa, sull’onda della condanna a 18 mesi di reclusione per il direttore del Giornale.
Il ddl, che cancella il carcere per i giornalisti, prevedendo l’obbligo della rettifica e pene pecuniarie, andrebbe approvato entro il 26 ottobre per evitare – in base al principio del ‘favor rei’ – la galera a Sallusti: in quella data scade infatti la sospensione della pena. Appare difficile al momento, visto il necessario passaggio alla Camera, che l’obiettivo venga raggiunto ed il governo non ha manifestato l’intenzione di varare un decreto. A complicare il percorso potrebbero essere anche gli oltre 100 emendamenti presentati, che saranno discussi a partire da martedì prossimo. Un emendamento dei relatori Filippo Berselli (Pdl) e Silvia Della Monica (Pd), interamente sostitutivo del testo, prevede che le norme si applichino anche a “giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica”. La rettifica – si legge – va pubblicata entro due giorni ed in caso di mancata o incompleta ottemperanza le pene vanno da 15.000 a 25.000 euro. Come pena per la diffamazione è prevista una multa da 5.000 a 25.000 euro, ma sono diversi gli emendamenti presentati su questo punto e si arrivano a prevedere multe fino a 100.000 euro. Chiti e Gasparri hanno presentato un emendamento che prevede l’obbligo della rettifica per i siti “aventi natura editoriale”, ma tale obbligo è esteso al web anche in altri emendamenti di senatori di Pdl, Pd e Lega. La notizia è già rimbalzata in rete e sono diversi i blogger, anche sui social network, a lanciare l’allarme. Il timore è che le sanzioni previste finiscano con l’impedire soprattutto alle realtà più piccole di sopravvivere. E già c’é chi parla di ritorno delle norme ‘ammazza-blog’, sulle linea di quelle presentate nell’ambito delle iniziative legislative sulle intercettazioni. Per evitare questo rischio, il senatore del Pd, Vincenzo Vita, ha presentato un subemendamento abrogativo. “Effettivamente c’é un rischio per i blog, laddove non si fa differenza tra giornali, periodici e siti informativi – afferma Vita -. E’ un vecchio problema della nostra normativa, mai risolto davvero. Più in generale, è indispensabile arrivare presto ad una nuova normativa che eviti il carcere ma anche pene pecuniarie troppo alte”.