Su 72.000 pazienti affetti da sclerosi multipla (sm) in Italia, a fare riabilitazione è circa il 30% ma, spesso, pagando di tasca propria con un esborso di 1.000-3.000 euro l’anno. A sottolinearlo, dal Congresso mondiale sulla sm a Boston, è il presidente della Fondazione italiana sclerosi multipla (Fismo), Mario Alberto Battaglia, parlando di “grave carenza del Sistema sanitario nazionale.

“In Italia la riabilitazione – afferma – è la ‘Cenerentola’ del sistema sanitario, soprattutto per le malattie croniche. Per la sm, tuttavia, sarebbe invece fondamentale che i malati avessero un piano riabilitativo personalizzato”. Infatti, spiega, gli studi dimostrano che proprio la riabilitazione “riattiva la plasticità del cervello e aiuta a ‘bypassare’ le lesioni cerebrali, con recupero notevole per i pazienti”. Si tratta dunque, rileva l’esperto, di una “cura vera e propria”. La riabilitazione, per queste ragioni, “non va garantita solo alle malattie acute ed è inoltre una vera follia anche quella dei ricoveri riabilitativi per i pazienti cronici: riguardano circa il 3-4% dei pazienti con sm l’anno, mentre il 5% fa riabilitazione ospedaliera in day hospital. Il punto – chiarisce Battaglia – è che con il costo del ricovero pari in media a 300 euro al giorno per un periodo di circa 20 giorni, e non sempre efficace per il paziente, si potrebbero invece garantire cicli di riabilitazione adeguati e più a lungo termine”. Proprio la riabilitazione, sottolinea Battaglia, “è tra le maggiori criticità segnalate dai pazienti”. In generale, afferma quindi l’esperto, il consiglio alle persone affette da sm è anche quello di fare attività fisica: “Lo sport spinge infatti ad un approccio positivo verso la vita. Ovviamente va scelto in base alle caratteristiche della malattia ma – conclude Battaglia – va fatto il più possibile in ogni situazione e finché non ci si stanca”.

 

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