Oltre 130 tonnellate di prodotti alimentari (carni bianche e pesci) in pessime condizione igienico-sanitarie, sono state sequestrate dalla Guardia di finanza in Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Gli alimenti sarebbero potuti finire sulle tavole dei consumatori o nelle mense di scuole, ospizi od altre collettivita’.
L’operazione, conclusasi nei giorni scorsi e denominata ‘Dirty Food’, e’ stata coordinata e diretta dal Comando regionale Veneto delle Fiamme Gialle e condotta dal Reparto operativo aeronavale di Venezia e dai comandi Provinciali di Vicenza e Padova, ha interessato la lavorazione e commercializzazione di alimenti freschi, surgelati e congelati. Sono stati controllati 8 stabilimenti all’ingrosso e denunciate 8 persone e scoperti 7 lavoratori in nero nel blitz che ha interessato le province di Vicenza, Pordenone, Padova, Venezia, Verona e Parma. Le ispezioni sono partite dal centro di stoccaggio a Marghera (Venezia) interessando poi il centro di smistamento a Vicenza e i depositi all’ingrosso delle altre province. Gli indagati sono accusati di reati vari, dal commercio di sostanze alimentari contraffatte o adulterate, alla frode in commercio, vendita di sostanze non genuine come genuine o in cattivo stato di conservazione. Nei confronti dei responsabili, operatori del settore con pochi scrupoli, sono in corso le conseguenti indagini fiscali, per accertare i proventi delle attivita’ illecite e colpirli sul piano patrimoniale, quale ulteriore deterrente per una eventuale reiterazione delle condotte fraudolente. Prodotti di origine animale (carni bianche e pesce) freschi, surgelati e congelati, non piu’ idonei all’alimentazione umana, perche’ scaduti, ossidati, disidratati e con etichettatura contraffatta, destinabili esclusivamente come sottoprodotto per mangime animale. Sono questi i prodotti, assieme a migliaia di pizze surgelate, che sono stati sequestrati nell’operazione della Guardia di finanza del Veneto nel blitz in un centro di stoccaggio a Marghera, nel veneziano, e in altri 8 stabilimenti all’ingrosso. L’intervento ha evitato che le 130 tonnellate di carni, pesci e pizze che alcuni operatori senza scrupoli reimmettevano fraudolentemente in commercio, finissero al consumatore mettendone a forte rischio la salute.