Doveva essere una normale escursione scialpinistica che pero’, viste le condizioni avverse dell’innevamento, si e’ trasformata in tragedia. Cosi’ un uomo, Luciano Mazzier di 51 anni di Calalzo di Cadore, e’ morto sepolto da una valanga mentre un suo compagno di 57 anni e’ ricoverato in gravi condizioni con traumi vari e il femore fratturato.

Illesi, invece, un’altro uomo ed una donna che facevano parte del gruppo. Tutto avviene in pochi attimi in localita’ Casera Razzo, a Vigo di Cadore, quando i quattro sono impegnati in una classica discesa da Sella Campigotto a circa 1.700 metri di quota. I primi due del gruppo, nell’attraversare un canalino per poi scendere verso valle nel bosco, provocano il distacco della valanga e restano intrappolati. Scatta l’allarme e sono gli stessi compagni di escursione ad intervenire per primi ma per il 51enne non c’e’ nulla da fare. Intanto sul posto arrivano gli uomini del Soccorso alpino con le unita’ cinofile, i militari della Guardia di finanza, della Forestale e i vigili del fuoco che, peraltro, erano in zona per garantire il servizio di sicurezza ad una gara di sci. I soccorsi sono prestati tempestivamente ma sul luogo, pessima la copertura radio, non funzionano i telefonini al tutto si aggiunge una fitta nebbia che impedisce all’elicottero dei sanitari del Suem 118 di intervenire. Si procede cosi’ con gli sci per raggiungere il gruppo e a forza di braccia sia per portare a valle il corpo della vittima – il Pm ha gia’ dato il nulla osta per la restituzione della salma alla famiglia – che il ferito per il quale viene usata una barella toboga. La valanga – hanno stimato gli uomini del Soccorso alpino – aveva un fronte tra 20 e 30 metri ed e’ scesa a valle per oltre un centinaio di metri. I quattro avevano intrapreso l’escursione nonostante da giorni l’Agenzia regionale per l’ambiente del Veneto (Arpav) e lo stesso Soccorso alpino avessero lanciato l’allarme valanghe. Proprio oggi l’Arpav aveva segnalato il massimo grado di rischio valanghe indicando il grado 4/5, da pericolo forte a molto forte. Fabio ‘Rufus’ Bristot, delegato locale del Soccorso alpino ha ribadito, dopo l’incidente, ”che in certe condizioni bisogna avere il coraggio della rinuncia” per poi sottolineare che ”i bollettini meteo devono essere sempre guardati e rispettati con attenzione cosi’ come e’ bene conoscere le zone dove si rischia l’esposizione al pericolo”. Sempre a causa di valanghe, ma in altre circostanze, quattro persone sono morte e una e’ rimasta ferita gravemente nella catena della Highlands in Scozia. Le vittime facevano parte di un gruppo di alpinisti che stavano scalando il Bidean nam Bian.

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