L’allarme arriva dall’Antimafia: il gioco e le scommesso sono il nuovo business preferito dalla criminalità organizzata di stampo mafioso. A fare un quadro della situazione è la relazione presentata dal senatore dell’Idv Luigi Li Gotti, relatore di una proposta sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel gioco lecito e illecito.
Dalle macchinette mangiasoldi fino alle sale bingo, dalle corse con i cavalli dopati alle nuove tecnologie degli skill games, ovvero il poker online. L’elenco dei settori del comparto giochi in cui più agevolmente si sono verificate infiltrazioni della criminalità mafiosa è lungo. Il sistema, denunciato dalla Dna, è semplice: utilizzare i canali di gioco legali per “ripulire” i proventi delle attività criminali. “‘Ndrangheta, Camorra, Cosa nostra, criminalità pugliese e criminalità sarda – dice Li Gotti – sono tutte coinvolte attraverso il corollario di reati che si affiancano al settore: non c’è regione d’Italia che sia immune dal fenomeno. E ad aggravare il problema c’è l’offerta vastissima via internet, che sfugge praticamente a ogni tipo di controllo”. La relazione evidenzia, in oltre 70 cartelle, uno spaccato allarmante del fenomeno che si stima valga circa 180 miliardi di euro tra gioco lecito e illecito. Infatti, ha spiegato il senatore, nel 2006 la Guardia di Finanza stimava che il gioco illecito raccogliesse tre volte tanto rispetto a quello lecito. Quindi se si stima per il 2011 una raccolta complessiva dal gioco lecito superiore ai 70 miliardi, il volume del gioco illegale, valutando anche quanto potrà essere recuperato dal sommerso tramite l’azione repressiva e sanzionatoria, può essere valutato in circa 180 miliardi di euro.