”La mia vita e’ cambiata in una frazione di secondo. Da una parte mi sono trovato i banditi, dall’altra c’erano mia moglie e mia figlia: ho dovuto scegliere”. Franco Birolo parlava con la voce bassa oggi nel cortile della sua abitazione di Cive’ di Correzzola (Padova), le mani in tasca, e gli occhi di chi non ha dormito nelle ultime notti. A fianco a lui la tabaccheria sigillata su ordine della magistratura che lo sta indagando per omicidio volontario.
Giovedi’ notte dalla Glock semiautomatica di Birolo e’ partito un colpo che ha freddato uno dei quattro banditi che gli stavano svaligiando la tabaccheria. ”Ora pago le conseguenze di quello che e’ successo – spiega Birolo – e quello che e’ successo e’ una cosa brutta, che non auguro a nessuno. Una cosa che non si dimentica e da cui non si puo’ tornare indietro. E’ cambiata la mia vita, quella della mia famiglia, perche’ non soffro solo io, ma anche mia moglie e i miei genitori. L’unico conforto il fatto che in paese sono numerosissime le attestazioni di solidarieta’. Almeno non mi sento solo”. Domani i ragazzi della piccola frazione dedicheranno la festa per la promozione dalla terza alla seconda categoria del campionato dilettantistico di calcio al loro compaesano. E’ preannunciata l’esibizione al campo dove si disputera’ Correzzola – Cristoforo Colombo di alcuni striscioni. Franco Birolo, che non ha ancora deciso se andare o no alla partita, sentira’ sicuramente i cori anche se resta in casa: Cive’ di Correzzola e’ costituita da tre strade attorno alla piazzetta, la chiesa e il campo da calcio, il tutto racchiuso da due canali. Sui due ponti del paese alcuni giovani del posto hanno appeso striscioni: lenzuola bianche con la scritta rossa. Quello davanti al monumento ai caduti recita ”Franco siamo tutti con te” e su un altro all’entrata del paese campeggiano due parole: ”legittima difesa”.