Comincia domani in Valle di Susa l’iter per gli espropri temporanei dei terreni del cantiere della ferrovia ad alta velocità. Una settantina di simpatizzanti No Tav, proprietari dei piccolissimi appezzamenti che avevano acquistato per rallentare le procedure, sono stati convocati per il sopralluogo e tutti gli adempimenti di rito. E il movimento annuncia una grande mobilitazione di protesta estesa in tutta Italia: “11 aprile, No Tav in ogni città” sarà il filo conduttore delle manifestazioni
. Oggi pomeriggio, intanto, una ventina di manifestanti No Tav è entrata nella sede del Corriere della Sera, in via Solferino, a Milano e ha lanciato volantini ed esposto striscioni contro la realizzazione della linea ad alta velocità. Quelli che i No Tav chiamano “espropri” sono, dal punto di vista rigorosamente tecnico, delle “occupazioni temporanee” da parte di Ltf, la società italo-francese che si occupa dei lavori, e saranno interessate, nei prossimi quattro anni, dagli scavi del cunicolo esplorativo. Si trovano in Valle Clarea, in una zona che lo scorso 27 febbraio, giocando d’anticipo, le forze dell’ordine hanno già recintato e presidiato; in quella giornata il militante Luca Abbà (titolare di uno degli appezzamenti) si ferì gravemente cadendo dal traliccio dell’alta tensione su cui si era inerpicato per protesta. I proprietari, con i loro avvocati e dai loro periti, verranno accompagnati sul posto per le valutazioni: la base di partenza per l’indennizzo (o meglio, l’affitto) è di 4 euro al metro quadrato. Si stima che, in totale, potrebbero essere sborsati 30 mila euro. I No Tav intendono farsi sentire in molti modi. In Valle Clarea, proprio a ridosso delle recinzioni, hanno convocato un presidio sin dalle cinque del mattino. Ma già questa sera ci sarà una fiaccolata a Giaglione, il paese più vicino, dalla quale si staccheranno i gruppi di militanti che raggiungeranno la zona nella notte percorrendo i sentieri di montagna. Sfideranno l’ordinanza con cui la Prefettura vieterà dalle 24.00 il passaggio e la permanenza nella valletta. Il secondo ritrovo è fissato dalle 5 alle 8 del mattino successivo. I proprietari sono stati convocati alle 9 dalla parte opposta del cantiere, a Chiomonte, alcuni chilometri più lontano. Anche lì, dalle 7:30, si terrà un presidio No Tav che cercherà – viene spiegato – di “inceppare la macchina degli espropri”. E a Susa (Torino) si terrà, alle 17, un nuovo ritrovo di militanti, per “raggiungere la Clarea e organizzare altre iniziative contro l’occupante”. Nel pomeriggio di oggi sono cominciate le grandi manovre. Un primo drappello di una decina di No Tav è arrivato in Valle Clarea, quasi sotto le recinzioni. La polizia e i tecnici delle ditte incaricate stanno invece perfezionando il dispositivo di new jersey, betafence e barriere per ostacolare l’accesso, mentre un elicottero sorvolava la zona. Anche nel resto d’Italia si preparano cortei, presidi, assemblee, biciclettate e altro. Finora le città che, da Nord a Sud, hanno aderito all’appello dei No Tav sono trentacinque.