Tra i superstiti dell’incidente di elicottero avvenuto oggi in Trentino c’e’ l’alpinista Elio Orlandi, 57 anni. Proprio lui scampo’ a gennaio dello scorso anno a un’altra tragedia della montagna, in Argentina. Stava infatti scalando il Cerro Torre con un altro trentino, Fabio Giacomelli, che mori’ travolto da una valanga.
I due stavano cercando di salire l’impervia cima per portarvi le ceneri di Cesarino Fava, figura storica dell’alpinismo italiano, scomparso nel 2009. Avevano rinunciato alla scalata per le condizioni meteorologiche proibitive e stavano scendendo a un campo base, quando la valanga aveva travolto Giacomelli. A trovarlo fu proprio Orlandi, che si mise a scavare con le mani nella neve per 46 ore, fino a riuscire a individuarlo. Un coraggio che venne giudicato inconsueto, visto lo shock che in genere colpisce chi si trova di fronte a simili situazioni. E’ stato poi oggi proprio Orlandi, di San Lorenzo in Banale, come gli altri due operai che stavano salendo in quota per lavorare sui paravalanghe in Trentino, a rifiutare il trasporto in elicottero e a scendere con le proprie gambe fino in paese, dopo l’incidente. Aveva appena finito di cercare invano di estrarre il pilota, insieme al tecnico di elicottero rimasto ferito, Federico Ongaro, 31 anni, di Badia, in Alto Adige, gia’ dimesso in mattinata dall’ospedale, e gli altri due operai a bordo, Roberto Rigotti, 20 anni, e Alessandro Festi, 45 anni. Orlandi e’ contitolare della ditta Orbari, appaltatrice dei lavori.