Era stata recuperata dai carabinieri a sua insaputa durante le indagini la catenina d’oro che Maria Cristina Filippini, secondo la ricostruzione degli investigatori, aveva sottratto alla madre novantenne, dopo averla soffocata nella sua abitazione a Castel San Giovanni, e aveva poi rivenduto in un negozio ‘compro oro’. Denaro che le serviva a causa dei debiti accumulati per la sua dipendenza dai videopoker, una vera malattia che la divorava da anni.

”Mia madre era un po’ eccentrica, si fidava molto di tutti”, aveva commentato la donna nei giorni scorsi parlando con i cronisti, dopo la scoperta dell’omicidio. A trovare lunedi’ mattina l’anziana, Giuliana Bocenti, morta nella sua camera da letto, con la bocca tappata da un fazzoletto e un cuscino sul volto, era stata la badante, che aveva subito chiamato 118 e carabinieri. L’appartamento al piano rialzato, nel quale la vittima viveva sola, era completamente a soqquadro, ma la porta non era stata forzata. E poi, perche’ uccidere per rapina una persona di novant’anni, se non perche’ la vittima poteva aver riconosciuto l’assassino? I dubbi degli inquirenti avevano portato fin da subito a stringere il cerchio tra le conoscenze della novantenne; i Cc avevano sentito i parenti e le badanti che si erano succedute per assistere l’anziana. Sulla scena del delitto erano intervenuti anche i Ris di Parma, alla ricerca di indizi e tracce biologiche. Due giorni fa in prefettura a Piacenza si era poi svolta anche una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. ”La nostra comunita’ e’ stata violata, non ci aspettavamo potesse accadere una cosa simile”, aveva detto il sindaco di Castel San Giovanni, Carlo Capelli. ”Stiamo facendo di tutto per assicurare gli assassini alla giustizia. Speriamo di farlo in temi rapidi”, aveva aggiunto il prefetto Antonino Puglisi.

 

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui