Madre e figlio condannati a 30 anni per omicidio aggravato dalla premeditazione. Si e’ concluso cosi’ oggi il primo atto giudiziario del delitto di Giuseppe Zani, falegname 78enne ucciso a coltellate nella propria abitazione a Capriolo (Brescia) la notte tra il 17 e il 18 luglio 2011.
E’ questa la pena inflitta in primo grado al termine del processo in abbreviato a Maurizio e Valeriana Alghisi, 51 e 77 anni, rispettivamente figliastro e moglie sposata in seconde nozze dalla vittima. Il tribunale ha accolto la ricostruzione dell’accusa secondo cui a ordire il piano di eliminazione sarebbe stata la donna con la complicita’ del figlio che poi l’ha messo in atto. A chiamare i soccorsi quella notte fu la consorte di Zani, che diede la colpa ai ladri. Ma le porte apparivano chiuse dall’interno e non v’era alcun segno di effrazione. Da subito l’attenzione dei carabinieri si concentro’ sui familiari. A stretto giro di posta fu fermato il figliastro, che aveva abbandonato gli abiti sporchi di sangue nel cassonetto di fronte a casa sua. “L’ho fatto per vendicare mia madre dagli schiaffoni che le dava quell’uomo”, confesso’ dopo 15 ore di interrogatorio. Gravato dalla tossicodipendenza e dalla disoccupazione il 51enne chiedeva di continuo denaro alla madre e Zani la ostacolava. Questo aveva generato liti anche violente tra i coniugi. Nel corso dei mesi la donna rese dichiarazioni contraddittorie e dopo quattro mesi da persona informata dei fatti divenne indagata per concorso in omicidio premeditato.